Il progetto definitivo esecutivo per intervenire sulla messa in sicurezza del versante franoso di Tavernola Bergamasca sarà pronto entro la fine del 2023: è quanto emerso dalla riunione tecnica – seguita da una conferenza stampa – tenutosi presso la sede dell’Autorità di Bacino Lacuale dei laghi Iseo, Endine e Moro a Sarnico (BG). Alla riunione hanno partecipato i tecnici dell’ente territoriale, quelli della Regione Lombardia ed i referenti della società Alpina Spa di Milano, che si sono occupati delle indagini negli ultimi mesi. “Abbiamo effettuato e concluso le indagini geognostiche integrative degli studi precedentemente condotti – ha spiegato l’ingegnere Paolo Galvanin, della società milanese – Sono state fatte indagini fino a 90 metri di profondità, con i fori di sondaggio attrezzati con inclinometri; abbiamo raccolto campioni per le prove di laboratorio, condotto indagini geofisiche a rifrazione che serviranno per definire il modello geologico e geotecnico di riferimento del corpo di frana”.
Quanto effettuato ha permesso di rilevare che il volume del corpo di frana (due milioni e mezzo di metri cubi) è equivalente a quello ipotizzato in precedenza, e la velocità di spostamento è inferiore al millimetro al giorno. Entro il mese di giugno, la società Alpina Spa, redigerà il progetto di fattibilità tecnico economica, per consegnarlo all’Autorità di Bacino e a Regione Lombardia.
“Il progetto di fattibilità tecnico economico – ha sottolineato Galvanin – sarà orientato a definire diverse strategie di approccio: l’obiettivo è quello di arrivare alla stabilizzazione della frana”.
“Contiamo, entro la fine del 2023, di avere il progetto definitivo esecutivo – ha precisato Alessio Rinaldi, presidente di AdB – per poi dare il via alla gara di appalto dei lavori, che potrebbero partire entro il 2024.
Vorrei, ancora una volta, sottolineare l’importanza del lavoro svolto in sinergia tra gli enti coinvolti: la collaborazione in questi casi da sempre i suoi frutti. L’abbiamo dimostrato anche questa volta”.
“La frana di Tavernola è tra le più monitorate d’Italia – ha infine dichiarato Roberto Cerretti, dirigente dell’unità organizzativa difesa del suolo regionale – e l’ente regionale ha fin da subito messo a disposizione fondi importanti per la sua messa in sicurezza, a partire dal milione e mezzo per la progettazione per arrivare ai 4 milioni e 800 mila euro stanziati nel dicembre scorso. Ci siamo poi spesi presso il Ministero dell’ambiente, per potere ottenere altri 10 milioni e 200mila euro. In totale, sono 16 milioni e 500mila euro da spendere per l’area del Monte Saresano”.
Regione Lombardia si è avvalsa della collaborazione dell’Università Milano Bicocca, del Politecnico di Milano e dell’Università di Firenze.
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