Il vento soffia caldo e dolce. Quasi a coccolare La Capitanio, che brilla lì, in mezzo al lago. Che a salirci è già una sorpresa ma entrare dentro è un incanto. Già. Benvenuti a bordo della motonave La Capitanio. Si sale a bordo del barcarizzo sulla impavesata (si dice così, mi dicono) di dritta e ci si porta sulla prua. A bordo Max Barro e Federica Forcella che insieme ad altri hanno salvato la Capitanio da una brutta fine. Ma partiamo dall’inizio.
La Capitanio: perché si chiama così
Il battello venne chiamato La Capitanio in onore di Bartolomea Capitanio (Lovere, 13 gennaio 1807 – Lovere, 26 luglio 1833), fondatrice, con Vincenza Gerosa della Congregazione delle Suore di Maria Bambina, dette anche suore della Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa.
Proprio il 30 maggio 1926 (lo stesso mese e anno del varo del piroscafo) Bartolomea Capitanio venne beatificata e successivamente canonizzata insieme alla consorella, il 18 maggio 1950 dando vita ad un ordine religioso diffusosi in breve tempo in tutto il mondo.