GANDELLINO – «1943: la mia guerra»: maestra a 16 anni, madre di quattro figli. «Eravamo tra due fuochi, tra Repubblichini e Partigiani»

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In occasione della Festa del 2 giugno prossimo, giornata celebrativa nazionale che ricorda la nascita della Repubblica – il 2 e il 3 1946 si tenne infatti il referendum con il quale gli italiani scelsero, appunto, la forma di Stato repubblicana – pubblichiamo alcune pagine del diario di Maria Lazzarini in Fiorina che si riferisce al periodo della lotta partigiana che precedette la caduta del fascismo:

In occasione del 25 aprile scorso – spiega una delle figlie, Dolores Fiorina insieme ai miei famigliari ho ritrovato diversi scritti di mia madre su varie tematiche e ci siamo soffermate su questo documento che presenta una visione imparziale delle vicende storiche  di quel periodo: sono pagine semplici, in cui la mamma racconta, senza acredine e con pacatezza, violenze e soprusi perpetrati da entrambe le parti in conflitto, a testimonianza che gli aspetti di ogni guerra hanno sempre due facce e difficilmente la ragione è unilaterale, messaggio a tuttoggi validissimo e sul quale vale la pena di riflettere”.

 

Maria Lazzarini Fiorina

Premetto che mi riesce molto doloroso rievocare quel triste periodo. Mi chiamo Lazzarini Maria, sposata Fiorina. Abito a Gandellino, nell’alta valle Seriana, in provincia di Bergamo.

A 16 anni ero maestra elementare ed ho insegnato per 48 anni, dal 1921 al 1969.

Durante la “mia guerra” abitavo in un edificio di proprietà del Comune, dal quale avevo avuto in affitto un appartamento.

Nel 1943 avevo quattro figli. Mio marito con un motocarro faceva l’ambulante di legna e carbone. I generi alimentari erano tesserati, anche le sigarette.

Mio marito rinunciava a fumare per cedere le sigarette che riceveva con la tessera ad un contadino il quale gli dava in cambio un poco di burro che serviva per i nostri bambini.

Uno dei miei fratelli, Tullio, e un fratello di mio marito, Attilio, combattevano in Russia. Attilio non è più tornato dalla Russia e mio fratello Tullio non vuol mai parlare del periodo che ha passato in Russia e della ritirata avvenuta l’8 settembre 1943.

Quando gli chiediamo qualche notizia, si chiude in un mutismo assoluto. Deve aver passato dei momenti ben tristi!

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