Egregio Signor Sindaco,
sono un operatore della Casa di Riposo di Gandino, mi permetto di scriverLe questa lettera perché amo il mio lavoro e vorrei che “abitare bene” in questa struttura non diventi un’utopia.
Per vivere la terza età, con o senza particolari patologie, necessita la medesima dignità dentro e fuori una struttura e rimane un diritto della persona.
Parliamo tanto di bisogni, di politiche sociali, di aiuti alle famiglie… belle parole ma pochi fatti!
Soprattutto dal post “pandemia COVID”, periodo che oggettivamente ha segnato tutti, percepisco quotidianamente che la qualità del servizio non è più l’esigenza primaria: si preferisce la “quantità” alla “qualità e professionalità” a scapito dei risultati nella cura della persona in termini di assistenza fisica, medica e psichica.
Dall’interno della struttura percepisco che questa “strada intrapresa” sta alimentando giorno dopo giorno un malcontento che viene percepito dagli ospiti presenti, parenti degli stessi e non da ultimo del personale stesso che decide di migrare altrove.
La scarsa professionalità del personale e l’errata comunicazione tra figure professionali sta creando danni che l’ospite “paga in primis”. …
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