“Tutti i gusti sono gusti”, si usa dire, a significare che ognuno si cerca il suo piacere dove vuole. Adagio che non si può discutere finché si rimane nell’ambito dei comportamenti privati individuali. Quando invece i ‘gusti’ investono direttamente l’ambito pubblico, cioè il bene comune, allora si possono, anzi si devono, discutere.
E infatti la discussione tiene banco sui social e sugli altri media: “E’ più che lecito discutere ed obiettare quando i ‘gusti’ di qualcuno lunaparkizzano le nostre montagne ad uso e consumo delle esigenze, sia materiali che simboliche, dei cittadini oppressi da una vita sempre più innaturale nelle giungle d’asfalto delle città – afferma il prof. Michele Corti, docente universitario e ruralista -. Non bastavano i ‘ponti tibetani più lunghi d’Italia’ – che poi i più lunghi non sono affatto -, le cascate in notturna illuminate dai fari anziché dalla luna, le gite in elicottero, ecc…ecc…: adesso è il momento delle panchine giganti: siamo già arrivati a 223 esemplari – 7 in Bergamasca e altre saranno realizzate a breve – le quali vengono presentate da un marketing spregiudicato e dai media compiacenti come ‘una grande conquista sociale’, destinata alla ‘valorizzazione’ del territorio perché rianima paesi e contrade richiamando frotte di turisti.
“In realtà – continua Corti – le cose stanno diversamente: i turisti sono per lo più orde di panchinisti interessati solo al selfie di rito ed al bollino sulla tessera del panchinista che vuole completare il relativo ‘tour’; e in molti luoghi si registrano fenomeni di parcheggio selvaggio, di prati calpestati, di rifiuti abbandonati in zone di elevato pregio turistico che dispongono peraltro di notevoli risorse enogastronomiche, naturalistiche, storiche ed artistiche.
Un esempio? La panchinona che verrà realizzata in località Sparavera, territorio di Gandino, come se Gandino non avesse, appunto, ben altro da offrire ai visitatori, ricchissima com’è di tesori architettonici, artistici, storici, paesaggistici, gastronomici….
A chi poi dice che le panchine giganti favoriscono la contemplazione del paesaggio, bisogna rispondere che ai paesaggi di montagna non servono manufatti da parco cittadino, oltretutto fuori misura e dai colori sgargianti da attrazione disneyana…Ed è davvero triste vedere sindaci ed amministratori consenzienti intenti ad inaugurare le panchinone, magari in braghini e fascia tricolore…
Eppure, estetica a parte, la posa delle panchinone implica l’alterazione dei siti, cioè sbancamenti e livellamenti del terreno nonché la posa di una platea di calcestruzzo su cui appoggiare il pesante manufatto in ferro. Quindi non rientrano nelle fattispecie di piccoli interventi che fruiscono di procedure semplificate, e dunque non si spiega come possano sorgere come funghi anche all’interno di parchi naturali, aree natura ecc. Per non parlare della sicurezza: sulle panchine giganti ci si arrampica salendo su dei “predellini” che sono, appunto, contro ogni criterio di sicurezza, e infatti qualche comune ha provveduto a rimuoverle temendo conseguenze”.
“Sotto la panca (gigante) la montagna crepa”
Qualche dubbio in proposito lo avanza sui social anche un centinaio di cittadini della provincia di Sondrio che hanno promosso una raccolta-firme di protesta in proposito esprimendo il loro parere, eccone alcuni: “Non capisco la necessità di continuare ad imbruttire le nostre montagne”, “Molto meglio una panchina normale, che questa c…ata!”, “Deturpato il profilo della montagna, che frequento da trent’anni, con un oggetto che con la montagna non ha nulla a che fare…Da Alpino la trovo un’offesa alla montagna”, “Avete idea dell’inquinamento causato e dei litri di carburante usato dagli elicotteri per il trasporto?”, “Tempo e risorse che servirebbero invece per sistemare i sentieri….”, “Soldi buttati al vento!” “Ma non si può sedersi per terra per ammirare il panorama?”, “Una solenne stupidaggine!!”; mentre un altro sito, ‘Alto –Rilievo/ Voci di montagna’ commenta laconicamente parafrasando il famoso proverbio: “Sotto la panca (gigante) la montagna crepa”.
Ruralpini: un appello e un sondaggio
Ruralpini, il portale dedicato alla montagna, si è perciò attivata per rivolgere un appello a tutte le autorità dalle quali dipendono le autorizzazioni paesaggistiche per stimolare una riflessione, uno stop, o quantomeno una moratoria, alla fatua proliferazione dei “panchinoni”; mentre
Il suo sondaggio sul gruppo – attivato da pochi giorni su 675 votanti – vede il NO a nuovi panchinoni al 93%, come si vede su…
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