GAZZANIGA – Roberto, vent’anni da calciatore professionista, l’Albinoleffe, la gelateria e quel cartello provocatorio ‘Cedesi attività’ dopo la decisione del governo

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ALBINOLEFFE 2005-2006 - ROBERTO BONAZZI

Roberto Bonazzi ha girato l’Italia in lungo ed in largo. Vent’anni di carriera professionistica nel calcio, fra Cazzano Sant’Andrea (suo paese natale), Gandino (dove ha iniziato a calciare i primi palloni nella squadra dell’oratorio), Leffe (dove ha iniziato il suo percorso giovanile nella gloriosa società laniera), Monza, Lecco, Lumezzane, Catania e Crema e naturalmente AlbinoLeffe. Ora gestisce con la moglie il bar “La piazzetta del gusto”, a Gazzaniga, e qualche giorno fa, provocatoriamente, ha lanciato un messaggio con un cartello “CEDESI ATTIVITÀ”: “Il mio bar rimane aperto seppure con le ristrettezze che abbiamo dovuto subire, noi, come gli altri nostri colleghi. La mia è stata una provocazione; dopo aver subito la pandemia della prima ondata, esserci attrezzati con tutti i canoni alle diverse indicazioni governative, essere stati attenti a far rispettare le giuste e semplici regole del distanziamento e dell’uso delle mascherine, ora ci vediamo un’ulteriore ristrettezza che ci mette un po’ tutti in ginocchio, dovendo chiudere alle 18”. Quindi i tuoi clienti possono stare tranquilli, non è che ti rimetti a giocare a calcio ed abbandoni la piazzetta di Gazzaniga? “Stiano pure sereni, l’allarme è rientrato, o almeno quella mia intenzione iniziale, frutto della rabbia del momento e della voglia di mostrare un dissenso che di sicuro vuole essere efficace ma pacifico. A calcio ho giocato fin troppi anni, ora mi limito ad allenare squadre di serie “D” ed “Eccellenza”. Approfittiamo dell’incontro per farci raccontare un po’ i ricordi di uno dei più rappresentativi giocatori del recente passato, fra la Valseriana e la Lombardia, uno di quelli che ha giocato più partite nel calcio professionistico, sfiorando per un soffio la gioia di approdare in serie “A” con L’Albinoleffe del presidente Andreoletti: “Nel 2007-2008 giocavo in una squadra che faceva un po’ come voleva in campo.  Il pallone girava fra noi compagni a perfezione, lo spogliatoio era solido: io ed alcuni miei compagni eravamo il faro di un gruppo omogeneo sia quando giocavamo che quando eravamo fuori dal campo. Lo spogliatoio è fondamentale quando si vogliono ottenere buoni risultati. Siamo arrivati alla finale playoff contro il Lecce convinti di poter approdare alla serie “A” ed invece qualcosa andò storto, e ci svegliammo dal sogno di poter incontrare le squadre dei nostri sogni d’infanzia…

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