Giornata della Memoria – ‘Dimenticare lo sterminio fa parte dello sterminio’ con le foto dell’archivio di Giorgio Fornoni

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Da qualche anno nel numero che precede il 27 gennaio, proviamo a raccontare storie della nostra zona che riguardano il Giorno della Memoria, proprio perché quella Memoria non se ne vada. Resti incollata più che alla testa, al cuore di chi quel periodo non lo ha vissuto. E allora anche quest’anno eccoci qui, con un viaggio che più che lasciare il segno, lascia cicatrici, ma le ferite sanno essere feritoie se ci sai guardare dentro. Perché il 27 gennaio? Era il 27 gennaio del 1945 quando i cancelli di Auschwitz vennero abbattuti dalle Forze Alleate. Sessant’anni dopo l’Assemblea delle Nazioni Unite decise di istituire in quella data il Giorno della memoria. E allora ecco alcune notizie che si conoscono poco su quel periodo:

Hitler e i campi di sterminio

Hitler non ha mai visitato un campo di concentramento, neppure quelli di sterminio. Al contrario di Heinrich Himmler, capo delle SS, che dirigeva il sistema dei campi. Il motivo? Il Führer non voleva essere coinvolto pubblicamente nell’esecuzione dell’Olocausto. E’ questa l’ipotesi più plausibile secondo molti storici, tra cui Ian Kershaw, professore all’Università di Sheffield. Ciò spiegherebbe anche perché non si trovano ordini firmati a riguardo da lui.

La rivolta di Treblinka

Quasi 900mila ebrei e 2mila rom sono stati uccisi nel campo di sterminio di Treblinka, in Polonia, da non più di 150 individui. A gestire Treblinka, infatti, c’erano soltanto una ventina di SS e un centinaio di guardiani, da loro addestrati, provenienti dalla Germania e dall’Europa dell’est. Tra loro, anche ex prigionieri di guerra sovietici. Il 2 agosto 1943 gli internati riuscirono a ribellarsi. La rivolta, ben pianificata, fu portata avanti da più di 700 ebrei, che riuscirono a impadronirsi di alcune armi e ad appiccare un incendio al lager. Ma le SS erano armate di mitragliatrici e, chiamati i rinforzi, repressero tutto nel sangue.

Il documentario segreto di Hitchcock

Alfred Hitchcock nel 1945 ha diretto un documentario sull’Olocausto rimasto segreto fino al 1985. Prodotto da Sidney Bernstein su ordine del Comando Supremo delle Potenze Alleate in Europa, fu girato da cineoperatori inglesi al seguito dell’esercito, in dieci campi di concentramento, inclusi Dachau, Buchenwald, Bergen-Belsen e Mauthausen. Successivamente fu montato da Hitchcock. La pellicola avrebbe dovuto inchiodare la Germania alle sue responsabilità, ma il vento della Realpolitik iniziò presto a soffiare e, per mantenere i rinati equilibri tra vincitori e sconfitti, si accantonò il documentario, considerato troppo crudo: mostrava montagne di cadaveri scheletrici, cumuli di capelli, di occhiali, valigie e giocattoli. Nel 1985 la pellicola fu rinvenuta negli archivi di Stato britannici e si è dovuto aspettare altri vent’anni, fino al 2014, perché l’antropologo André Singer mettesse le mani sul materiale e lo portasse finalmente alla luce nel suo documentario Night will fall (Perché non scenda la notte), visibile su rai.tv….

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