GIRO D’ITALIA Da Rovetta il tappone alpino del centenario del Giro. Quattro pagine con le vittorie e i campioni di ieri e di oggi; l’intervista alla mamma di Marco Pantani

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Il centenario è qui. Nel tappone alpino del 23 maggio. Dove c’è la Cima Coppi (la cima più alta del giro), dove c’è la suggestione, la fatica e il sudore del Mortirolo e dello Stelvio in una sola giornata, dove c’è tutto quello che gli appassionati di ciclismo vogliono sentire, respirare, vivere. E dove chi non è appassionato di ciclismo finisce per innamorarsene. Qui c’è la polvere, il sole, il cielo addosso, il sudore, la fatica, il sorriso, il pianto, la gioia e il dolore. Qui c’è quel ciclismo che non invecchia mai, esce dal tempo, dai tablet, dagli smartphone, immutevole e immutato, conta solo la fatica e la voglia di arrivare, che è uguale in ogni epoca, in ogni periodo, in ogni tempo. Cambiano loro, gli attori, gli interpreti che possono diventare eroi o sfinirsi su una curva e rientrare su un ammiraglia. Ed è la bellezza del ciclismo. La meraviglia delle due ruote e di chi ci fatica sopra. Il Giro del centenario.

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