I militari del Comando Provinciale di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare per quattro persone, tre in carcere e una ai domiciliari, ritenute responsabili di un sodalizio criminale accusato di aver commesso reati tributari, fallimentari, riciclaggio, usura ed estorsione. Il provvedimento, emesso da Federica Gaudino, Gip del Tribunale di Bergamo, dispone anche il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per oltre 27 milioni di euro e il divieto di esercitare imprese o ricoprirne uffici direttivi per un quinto indagato.
L’ordinanza è stata eseguita contestualmente a 19 perquisizioni locali e personali.
Sono 50 i finanzieri che hanno operato nelle abitazioni degli indagati nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Vicenza, Verona.
Le misure cautelari giungono all’epilogo di un’articolata indagine, coordinata da Antonio Pansa, sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo e condotta dalla Tenenza della guardia di finanza di Sarnico.
Le attività investigative, avviate nel corso del 2018 a seguito di una verifica fiscale, avevano già portato nel febbraio 2019 al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 4 milioni di euro. L’indagine è proseguita attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi occulti di osservazione e controllo, esame di documentazione contabile e bancaria, audizione di
testimoni. È stato così possibile ricostruire una fitta rete di società, costituite e amministrate direttamente o a mezzo di prestanomi complici dei principali indagati, utilizzate per emettere dal 2015 al 2018, fatture relative ad operazioni inesistenti per oltre 40 milioni di euro, in favore di numerose società compiacenti operanti nel Nord Italia, principalmente nel settore edile, della meccanica, del commercio di bancali in legno e pellet.
Un articolato e insidioso meccanismo criminale creato al solo scopo di consentire un’evasione milionaria a vantaggio di numerosi imprenditori utilizzatori delle false fatture, ma che è servito anche per mascherare la restituzione di capitali concessi in prestito a tassi usurari dagli indagati ad aziende in difficoltà. Grazie agli accertamenti bancari, i militari di Sarnico sono risaliti anche ai flussi finanziari verso conti esteri accesi presso istituti di credito in Polonia, Slovenia e Repubblica Slovacca sui quali sono confluiti pagamenti di fatture false, successivamente monetizzati con prelevamenti di denaro contante e reintrodotti sul territorio nazionale con l’utilizzo di “spalloni”.
Sono stati colpiti dalle misure cautelari e condotti in carcere a Bergamo tre imprenditori, un 45enne originario di Chiari e residente nel Bresciano, un 45enne di Calcinate e un 57enne di Bergamo, residenti rispettivamente a Telgate e Scanzorosciate. Un trentenne originario di Monza e residente nel cremonese è invece finito agli arresti domiciliari. Raggiunto dalla misura dell’interdizione per un anno ad esercitare attività d’impresa un sessantottenne originario e residente nel bresciano.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati nei confronti degli indagati beni e valori quantificati ad oggi in oltre 7,5 milioni di euro. Si tratta di diversi immobili, tra cui quattro ville, alcune in località turistiche marine e montane, depositi, magazzini e fabbricati industriali ma anche terreni, diverse autovetture e moto, gioielli, orologi, quote societarie, denaro contante
e disponibilità bancarie e postali.
Gli elementi complessivamente raccolti nel corso delle indagini hanno consentito di denunciare 22 persone coinvolte, a vario titolo, nell’illecito sistema scoperto dalle Fiamme gialle, sequestrare beni e disponibilità finanziarie per complessivi 12 milioni di euro, elevare contestazioni fiscali ai fini delle II.DD. e IVA per oltre 19 milioni di euro e quantificare ulteriori operazioni imponibili per oltre 42 milioni di euro, che formeranno oggetto di specifici recuperi.
L’attività di servizio condotta da magistratura e guardia di finanza s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria che vede il Corpo impegnato a contrastare le frodi fiscali e le forme di evasione più gravi a salvaguardia del bilancio dello Stato e degli imprenditori onesti, aggredendo i patrimoni illeciti dei criminali.