Beatrice sorride, pochi giorni per preparare la valigia, Venezia e la finale di Miss Italia la attendono. Beatrice di cognome fa Farina, ha 20 anni e vive a Gorlago. “Non me l’aspettavo proprio, sono rimasta stupita e spaesata. Mia mamma quasi piange e insomma, eravamo tutti fuori di testa”. Mamma Stefania, papà Davide e “il mio fratellone” Luca sono i suoi primi tifosi, “senza di loro probabilmente non sarei arrivata qui, penso che ci abbiano creduto più di me”. Quella di Beatrice è una storia particolare, che lei ci racconta tutto d’un fiato. Partiamo dall’inizio.
“Non ho avuto un’infanzia molto felice, da piccola ero bruttina, avevo gli occhiali e un modo di vestire un po’ poco alla moda… mi prendevano in giro, sono sempre stata considerata ultima, lasciata da parte, non considerata. E poi non ero per niente brava a scuola, ricordo ancora i pomeriggi interi a cercare di scrivere correttamente, nelle colonne giuste, a cercare di leggere senza saltare le righe, ma facevo tanta fatica e non capivo il motivo visto quanto mi impegnavo. Ricordo anche l’espressione delusa della mamma quando arrivavo a casa con i brutti voti”.
Poi la svolta, un incontro che le ha cambiato la vita: “Avevo 12 anni, ho chiesto a mia mamma di andare dalla psicologa, ma la scuola non c’entrava niente o almeno così credevo. Ero una ribelle, non riuscivo a controllare le mie emozioni e davanti a lei è emersa tutta la rabbia nei confronti del mondo collegata proprio alla scuola. La psicologa mi ha certificato la dislessia ma lei stessa mi ha spiegato che questo non avrebbe precluso il mio percorso, perché il quoziente intellettivo è pari o addirittura superiore rispetto alla norma”.
Una rivincita che parte proprio dalla scuola: “Alle superiori ho scelto il liceo Scienze Umane alla Ischool, racchiudeva ciò che è l’essenza della scuola. Sono arrivata arrabbiata, ma i professori hanno visto in me delle potenzialità e le hanno valorizzate, i voti sono stati una conseguenza. Perché questa scuola? Dalla seconda media ho sentito il bisogno di aiutare gli altri, non volevo che succedesse a qualcun altro quello che avevo vissuto io… e questo è il motivo per cui adesso sto studiando Psicologia all’Università di Bergamo. All’inizio di questo percorso avevo una paura folle di non riuscire e invece ho una media altissima. Questa è sicuramente una piccola rivincita che mi rende orgogliosa”.
SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 17 DICEMBRE