E all’ultimo saltò quello che gli oppositori avevano già definito “il grande inciucio”. Sembrava fatta per una lista unica, mancava l’ultimo passaggio. Ma le due proposte erano alternative, quella del gruppo di Valter Quistini chiedeva che i due gruppi nella “fusione a freddo” presentassero un numero di consiglieri pari con da una parte come candidato a sindaco Giampiero Calegari ma come vicesindaco proprio il suo rivale, Valter Quistini. Il gruppo di Calegari aveva fatto una proposta alternativa, “fuori tutti i consiglieri uscenti, quindi anche Quistini, e due gruppi paritari ma tutti di nomi nuovi”. L’incontro definitivo si è trasformato in uno scontro, la proposta Calegari è risultata inaccettabile proprio perché con quella proposta alternativa sul campo restava solo il “grande vecchio”, appunto Calegari.
C’è da aggiungere che Alex Borlini, presidente del Gal, cinque anni fa in lista con Quistini (il più preferenziato) adesso è passato con il gruppo di Calegari, pur non essendo in lista.
Un ruolo importante lo assume la Lega come partito. Sembrava chiara la strategia. La Lega punta a entrare in maggioranza in Comunità Montana (nel rimpasto di fine anno dopo le elezioni nei vari Comuni), prendendo atto che comunque l’attuale presidente, Giampiero Calegari verrebbe riconfermato. E allora ecco che la Lega avrebbe tolto il suo simbolo alla lista Quistini passando nell’altro campo, proprio quello di Calegari. Quistini si sarebbe trovato senza l’appoggio della Lega. Invece l’ha spuntata proprio Quistini che nei colloqui avuti con Araberara appariva sicuro di poter avere ancora il simbolo leghista dalla sua parte…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 10 SETTEMBRE