Chissà cosa penserebbero il vecchio minatore ed il pastore effigiati nei grandi ritratti sulla parete di fondo della sala delle feste vedendo i loro concittadini che sono accorsi così numerosi ad occupare le lunghe tavolate solitamente adibite ad occasioni più goderecce.
Non lo sapremo mai, ovviamente, ma li possiamo immaginare altrettanto interessati ed attenti, perché si tratta di un incontro importante per il futuro della Val del Riso, dal momento che il progetto della riapertura della miniera condizionerà la vita di tutti per prossimi 25 anni ed oltre –miniera e impianto di trattamento saranno a Zorzone; non ci saranno discariche a cielo aperto bensì sotterrate, lo sterile derivante dalla lavorazione costituirà un businnes parallelo perché potrà essere venduto per farne calcestruzzo e altro materiale da costruzione: il tunnel della Valparina lo porterà fino a Riso da dove verrà caricato sui camion e portato via….
….E’ questo il punto che appare più critico a tutti i presenti, soprattutto agli abitanti di Riso, Fondoripa e Crocifisso preoccupati del volume di traffico e dell’inquinamento acustico deambientale che si verrebbe a creare….
….Qualcun altro vicino a lui si aggiunge al mugugno, per zittire di colpo quando sullo schermo appaiono le cifre del personale previsto: per quanto riguarda la miniera 15 addetti agli uffici 87 minatori, 15 tecnici, 51 tra manutentori e trasportatori. Per quanto riguarda gli impianti: 2 addetti agli uffici, 48 operai, 10 tecnici e 7 manutentori. L’indotto prevede fino a 7 persone per ogni soggetto occupato, mentre ci si avvarrà anche del lavoro degli artigiani e delle piccole industrie locali. Quanto alla tempistica, il calendario prevede 3 anni di preparazione e 25 di coltivazione, con l’avvio della produzione nel 2024 e la chiusura ed il ripristino del territorio nel 2049….
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