GORNO – Santa Barbara 2021 ricordando l’epopea mineraria. E gli australiani…

120

Dal dicembre 1982, anno in cui sono state chiuse le miniere di Gorno, il 4 dicembre di ogni anno si ripete la celebrazione per ricordare la millenaria attività mineraria che ha caratterizzato la vita dei paesi della Valle del Riso e dintorni. Ancor prima, a miniere attive, tale giornata, dedicata a S. Barbara, protettrice dei minatori, era giornata di festa per tutta la Valle del Riso e dintorni. Nelle sue montagne si è cavato minerale (zinco, piombo, rame e cadmio) fin dalla preistoria, attività che si perde nel buio dei tempi. Nella sua “Naturalis Historia –  Lib. XXXIV, cap. I”, Plinio il Vecchio (Como 23 d.C. – Stabia 79 d.C.) scrisse “Fit aes et lapide aeroso, quam dicunt cadmiam. Celebritas in Asia (…) nunc in Bergomatum Agri, extrema parte Italiae”. Ebbene il “cadmiam” non è altro che minerale di piombo e zinco. Fino a metà Ottocento, delle miniere, si interessarono abitanti e signorotti locali fino a quando si fecero avanti società straniere, più dotate di capitali e di tecnici, tra cui la belga “Vieille Montagne” e l’inglese “Crown Spelter”.

Ciò fino a che lo Stato concesse l’estrazione a società pubbliche italiane che, dopo alterne vicende politiche, nel 1982 determinarono la chiusura delle miniere. L’anno prima l’Italia aveva sottoscritto un accordo con l’Algeria per la fornitura di gas fino al 2027, trattato che prevede anche l’acquisto di minerali di zinco di cui la nazione africana aveva ed ha ricchi giacimenti. A seguito dell’accordo italo-algerino ci fu la costruzione del gasdotto GALSI, tra l’Algeria e la Toscana di 1470 km. con una capacità iniziale di 8 miliardi di mc/anno, attraversando pure la Sardegna per contribuire al suo sviluppo.

SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 17 DICEMBRE

pubblicità