Fa pensare ai famosi “grotti” della Valchiavenna e del Canton Ticino l’iniziativa di un produttore bergamasco di spumante biologico che ha deciso di far ‘stagionare’ il suo vino, – dopo averlo imbottigliato nella sua azienda “Nove Lune” – all’interno della miniera di Costa Jels, dove rimarrà cinque anni a ‘riposare’, al fresco di una temperatura costante che si aggira sui 10 gradi, al buio, in assenza di vibrazioni che ne potrebbero compromettere il risultato finale ed al giusto grado di umidità, cioè le condizioni ideali per ottenere un prodotto di pregio, che dal luogo prenderà anche il nome con cui verrà commercializzato.
Ad accompagnare le bottiglie nel loro viaggio verso il lungo sonno c’erano anche i volontari dell’Ecomuseo e le Taissìne, i gruppi che danno una mano all’Amministrazione coltivando la passione per la tradizione e la memoria dell’attività mineraria d’antan.
“Sono ormai un paio di decenni che cerchiamo in ogni modo di valorizzare le nostre miniere facendole oggetto di richiamo culturale e turistico – dice il sindaco Giampiero Calegari –. Di qui anche l’idea di bandire una gara per l’utilizzo della miniera in funzione della maturazione dei vini. Al bando ha risposto, appunto, l’azienda “Nove lune”, che ha portato qui 1650 bottiglie ed alla quale abbiamo chiesto di chiamare il prodotto “Spumante Costa Jels”….
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