Il minerale c’è, tanto e ricco. Nelle Prealpi Bergamasche c’è una fascia, con andamento est-ovest, ricca di minerali non ferrosi, chiamata genericamente “Metallifero bergamasco” mentre sui testi scientifici è classificato come “Distretto a piombo, zinco, fluorite e barite di Gorno”. Tale nome è dovuto al fatto che sul territorio di questo comune sono avvenute scoperte, scavi, lavorazioni e studi sistematici, dove poi, tra Ottocento e Novecento, si sono insediati gli uffici ed i principali impianti di lavorazione del minerale, tanto da prendere la denominazione “Miniere di Gorno”. Fatti salvi i nomi scientifici e storici, che vanno salvaguardati, il giacimento attraversa tutta la provincia e sconfina a est nella Valle Camonica ed a ovest nella Valsassina, ed i comuni principalmente interessati negli anni dai relativi lavori minerari sono stati Gorno, Oneta, Oltre il Colle, Dossena, Premolo e Parre, e marginalmente San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Valtorta e Colere. I minerali presenti sono nati dall’acqua e dal fuoco, precisamente in un mare poco profondo in cui più bocche vulcaniche eruttavano magma in continuazione, ecco perché si presentano in “colonne” che dalla superficie scendono più o meno perpendicolarmente verso il basso. Ne è una prova la “formazione di Gorno”, formazione geologica ricca di fossili marini. Nel giacimento, oltre a quelli indicati nella sua denominazione geologica, si trovano anche altri metalli, tra cui rame, cadmio e argento. I primi due, dopo l’avvio dello stabilimento elettrolitico di Ponte Nossa, sono stati estratti e commercializzati, mentre per l’argento, già scoperto in epoca antica, non è stato ancora trovato un metodo conveniente per la sua estrazione data la minima percentuale presente….
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