Suor Serafina si arrabbierebbe, schiva com’era, per questa visibilità che ha sempre rifuggito nella sua vita. Perdonerà dunque le parole (poche) che scrivo e che sento necessarie perché la sua figura rimanga nel cuore di chi l’ha conosciuta e nella memoria di chi la conosce ora, da ciò che legge in questi giorni su di lei. Serafina era una donna coerente. ecco, mi piace definirla così. Era una donna che ha deciso di permettere a Dio di dare forma alla sua esistenza. E così è stato, fino all’ultimo respiro. Con il sorriso sulle labbra sempre, anche nella sofferenza, ha dato se stessa per seguire la sua vocazione, formata sulle orme di San Luigi Palazzolo e nel carisma proprio delle suore Poverelle da lui fondate, vivendo la sua consacrazione in modo radicale. (Il ricordo è stato scritto da Don Alberto Varinelli)
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