I COPIONI RANICA Don Sandro, il “defensor fidei” di Ranica, la battaglia di Lepanto, e quell’abbraccio leghista imbarazzante e non voluto ma l’articolo è…copiato da Libero

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Destano clamore le frasi politicamente scorrette comparse sul bollettino parrocchiale di Ranica (ma alcune, le più pepate, sono state tratte da un articolo comparso su Libero pochi giorni prima…)

(AN-ZA) –Scriva pure che il parroco di Ranica non vuole parlare… grazie!”. Don Sandro Maffioletti è un prete operoso e riservato, che non ama parlare coi giornalisti e non è certamente uno dei tanti “preti chiacchieroni” che ci sono in circolazione

(molti dei quali adorano spettegolare anche su ciò che è soggetto al segreto vescovile o papale); quando però c’è da dire (o da scrivere) qualcosa di scomodo (ma che lui ritiene giusto), don Sandro lo fa senza preoccuparsi delle conseguenze. Non è certamente un amante del “politicamente corretto” o del “religiosamente corretto” e non è nemmeno un buonista (ma, ricordiamoci che essere buono è ben diverso dall’essere buonista). E’ un parroco che ama la sua Chiesa e i suoi parrocchiani. Da prete roccioso e ortodosso, agli inizi di ottobre ha indossato gli abiti del “defensor fidei” (difensore della fede). Una paginetta sul bollettino parrocchiale di Ranica ha destato clamore e polemiche. Cos’ha combinato don Sandro? L’articolo si occupava della festa della Madonna del Rosario. Cosa c’è di più amorevole e pacifico di tale ricorrenza mariana? Nulla, verrebbe da dire… “Se a Lepanto i cristiani non avessero combattuto e vinto, oggi forse al posto dei campanili sulle nostre città e i nostri paesi svetterebbero i minareti delle moschee”; “Senza Lepanto, a quest’ora saremmo tutti con la testa inchinata verso la Mecca, le donne velate e, se ciò non bastasse, pure senza vino in tavola, ecc. ecc.”; “Quali sarebbero state le conseguenze di una sconfitta occidentale è individuabile alla luce dei programmi del Sultano: il blocco navale dello Stretto di Gibilterra e, conseguentemente, il sacco d’Europa. Non erano promesse elettorali di un buontempone, ma di un impalatore professionista…”…ma il giorno 5 ottobre, nelle pagine 24 e 25 del quotidiano “Libero” diretto da Vittorio Feltri (giornale orientato verso il centrodestra), è comparso un intervento di Fabrizio Palenzona sulla Battaglia di Lepanto. L’autore, dopo averne descritto il contesto storico, ha fatto una serie di considerazioni polemiche. Ebbene (come si vede a lato) molte frasi, quelle più ruvide, sono pressoché identiche a quelle comparse pochi giorni dopo sul bollettino di Ranica. In pratica, l’autore dell’intervento sul bollettino parrocchiale ha semplicemente fatto un “copia incolla”…

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