Che alla fine di parole ne stanno uscendo a fiumi. E le parole esondano, come i fiumi, e come l’acqua che serve per dare vita alla terra e quando è troppa quella vita la toglie, lo stesso fanno le parole, quando sono troppe sono davvero troppe. E sul coronavirus sono più che troppe, e non date sempre la colpa ai giornali, che provano, tra mille difficoltà a informare, ci si è messo di mezzo di tutto, dai professoroni sui social che si sono sentiti in diritto e in dovere di dire di tutto e di più, a chi governa, in questo caso bypartisan, Regione e Governo, in una sorta di gara a chi ce l’ha più lungo per fare dichiarazioni su chi trovava più ‘contagiati’.
Risultato: panico ovunque. E come avevamo scritto nella nostra vignetta-foto di prima pagina qualche numero fa, purtroppo siamo stati profeti, dove due ragazzi cinesi si baciavano con la mascherina: “O è il male ciò di cui abbiamo paura, o il male è che abbiamo paura”. (Sant’Agostino).
Già, Lasciando stare per un attimo l’aspetto medico, di cui si è già parlato in ogni luogo, e non certo sottovalutandolo, comunque nella guerra social tra chi dice che il coronavirus è solo un’influenza e chi invece sostiene quasi che sia la peste del millennio, e dove probabilmente la verità non sta nemmeno nel mezzo ma lo dirà il tempo, qui proviamo a fare un veloce giro del mondo, partendo dalle nostre valli sino ad arrivare in posti più lontani, per raccontare la reazione della gente. E di questo panico che genera solo altro panico.
Abbiamo monitorato i supermercati della zona, anche perché dovevamo mangiare pure noi e ogni tanto qualche kinder bueno di merenda ci sta. Lidl di Clusone: scaffali dell’acqua vuoti già dal primo giorno di emergenza, gente fuori in auto che aspettava chi dentro portava fuori casse e casse di acqua. Il perché proprio l’acqua non si sa, lo stesso vale per il Sermark e il Conad, uguale a Lovere dove il lunedì giusto dopo la prima emergenza l’incasso è stato record, più che la vigilia di Natale. Insomma, tutti a fare scorta.
Troppa scorta. Paradossale la situazione di due donne che si contendevano una cassetta di fragole, le fragole sono cadute sul pavimento, le raccoglievano, alcune fragole schiacciate, succo ovunque, poi una delle due donne ha starnutito ma rigorosamente nel gomito, come prevede l’emergenza, pazienza se poi le fragole sono state raccolte direttamente dal pavimento…e potremmo andare avanti all’infinito. Ci fermiamo invece qui e lasciamo spazio a una serie di curiosità dal mondo…
…Pure il Grana Padano rispedito indietro… dalla Grecia. E adesso prova a intervenire anche il direttore generale del Consorzio Grana Padano: “I toni allarmistici utilizzati a proposito del blocco del Grana Padano da parte della Grecia ci stanno mettendo in grande difficoltà, peraltro in modo del tutto immotivato, oltre che non vero, fomentando ulteriormente la psicosi collettiva” Così sostiene Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano…
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