I luoghi del cuore, Il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale e paesaggistico italiano

126

RISULTATI FINALI

11ª EDIZIONE DEL CENSIMENTO NAZIONALE FAI

 I LUOGHI DEL CUORE

Il più grande censimento spontaneo del patrimonio culturale e paesaggistico italiano

 L’edizione 2022 si è chiusa con ben 1.500.638 voti raccolti per più di 38.800 luoghi

La classifica vede sul podio:

  • al 1° posto la Chiesetta di San Pietro dei Samari a Gallipoli (LE)
  • al 2° posto il Museo dei Misteri a Campobasso
  • al 3° posto la Chiesa di San Giacomo della Vittoria ad Alessandria

il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS e Intesa Sanpaolo presentano i risultati dell’11ª edizione del censimento nazionale de “I Luoghi del Cuore”, chiusa lo scorso 15 dicembre: con 1.500.638 voti raccolti nel 2022 per più di 38.800 luoghi il censimento si conferma la più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo, com’è nella missione del FAI. La classifica dei luoghi del cuore più votati viene annunciata in una conferenza stampa, visibile anche in streaming, alla presenza di Marco Magnifico, Presidente del FAI, e di Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, e con la partecipazione dei rappresentanti dei tre beni vincitori, che riceveranno, a fronte di un progetto, un contributo per il restauro e la valorizzazione.

 

Grazie a “I Luoghi del Cuore” dal 2003 a oggi sono stati sostenuti interventi per 138 luoghi in 19 regioni d’Italia, che erano dimenticati, abbandonati o poco valorizzati, ma amati dalle loro comunità, che votandoli li hanno salvati. I voti raccolti – sono in tutto 11.100.000 quelli giunti al FAI nei vent’anni anni dell’iniziativa – sono, infatti, l’innesco di un processo virtuoso capace di moltiplicare l’effetto del censimento: luoghi sconosciuti e apparentemente condannati hanno guadagnato una tale attenzione, locale e nazionale, che altri insieme al FAI – Comuni, Regioni e Ministero, aziende, fondazioni e associazioni – si sono mobilitati per salvarli, tanto che il sostegno di Intesa Sanpaolo a questo progetto ha generato investimenti per un valore dieci volte superiore. Nell’impatto di questa iniziativa, accanto al valore economico, c’è un valore culturale e sociale: grazie a “I Luoghi del Cuore” gli italiani scoprono o riscoprono testimonianze di storia e tradizione, simboli dell’identità dei loro territori, e si accende un sentimento collettivo che è puro spirito di cittadinanza, che si concretizza in una mobilitazione diffusa e trasversale: nell’edizione 2022 sono stati coinvolti nel censimento 6.508 Comuni d’Italia, l’82,4% del totale, segnalati da cittadini, singoli o associati in comitati, sorti dall’iniziativa di tanti e diversi soggetti della società civile, dalle scuole alle parrocchie, dalle biblioteche ai musei, dalle proloco agli stessi Comuni. La Repubblica, nella sua più ampia espressione, trova ne “I Luoghi del Cuore” lo strumento per esercitare il proprio diritto e dovere alla tutela del patrimonio culturale, come prescrive l’articolo 9 della Costituzione.

 

In questa edizione, in maniera particolarmente evidente, ‘I Luoghi del Cuore’ hanno dato voce agli ‘ultimi’, a quei luoghi del patrimonio culturale italiano considerati minori, che non hanno mai avuto l’attenzione del Paese, ma che invece la meritano, e che senza l’amore delle persone che li hanno votati si sarebbero persi. Ridare voce e dignità agli ‘ultimi’: non c’è missione più bella e più vera per ‘I Luoghi del Cuore’” commenta il Presidente del FAI, Marco Magnifico.

 

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Intesa Sanpaolo e il FAI collaborano insieme dal 2004 per favorire i progetti proposti dalle comunità sulla base del consenso raccolto spontaneamente. Una straordinaria partecipazione attiva della cittadinanza che permette capillarità di intervento e diffusione dell’arte e della cultura su tutto il territorio nazionale. La cultura è un fattore fondamentale di coesione sociale e di crescita economica; per questo le attività culturali della Banca sono un elemento qualificante del nostro Piano di Impresa 2022-2025”.

 

Il moto spontaneo del censimento porta alla luce, anche nell’edizione 2022, piccoli e grandi monumenti, luoghi e storie inediti e talvolta sorprendenti: chiesette sperdute, ville e palazzi abbandonati o degradati, ma anche ferrovie e sentieri storici dimenticati, aree naturali o rurali danneggiate o minacciate, grandi architetture così come affreschi nascosti o collezioni di musei che tramandano imperdibili tradizioni locali.I primi luoghi in classifica nazionale sono: al 1° posto la Chiesetta di San Pietro dei Samari a Gallipoli (LE), piccolo edificio medievale immerso nella campagna salentina a meno di un chilometro dal mare, oggi a rischio di crollo, votato da 51.443 persone, più del doppio degli abitanti della cittadina pugliese; al 2° posto, con 32.271 voti, il Museo dei Misteri di Campobasso, che per la prima volta nella storia del censimento porta il Molise sul podio con 32.271 voti, e dove si conservano gli “ingegni” su cui vengono issati i bambini vestiti da personaggi sacri durante l’annuale processione del Corpus Domini, dal Settecento ancora viva e sentita; al 3° posto la Chiesa di San Giacomo della Vittoria ad Alessandria, colma di ex voto che testimoniano un’affezione storica della comunit à, ma ormai officiata solo saltuariamente e bisognosa di restauri. Sul podio ci sono dunque tre luoghi di culto e di devozione popolare, e ben 45 beni religiosi sono nelle prime 100 posizioni, a conferma del ruolo di fulcri della comunità che le chiese ancora rivestono nell’Italia “dei mille campanili”, ma anche campanello d’allarme per la tutela di un patrimonio, ingente e diffuso, di valore storico e artistico, oltre che sociale.

 

Continuando a scorrere le prime dieci posizioni (classifica completa su www.iluoghidelcuore.it), si incontra al 4° posto la Via Vandelli, tra Emilia-Romagna e Toscana, una delle prime strade carrozzabili realizzate in Europa nelXVIII secolo, di cui ancora si conservano tratti integri nell’Appennino Tosco-Emiliano, votata da 26.261 persone perché venga valorizzata come Cammino, seguita al 5° posto dalla Casa del Mutilato di Alessandria, con 25.350 voti, rilevante edificio degli anni ’40 del Novecento in abbandono, destinato però a diventare sede della sezione locale di Confindustria. E ancora, al 6° posto con 22.890 voti la Basilica dei Fieschi a Cogorno (GE), uno dei monumenti meglio conservati tra romanico e gotico della Liguria, al 7° posto la Chiesa di Santa Maria di Castello, anch’essa ad Alessandria, che ha raccolto 22.574 voti grazie a una mobilitazione nata a novembre scorso dopo un crollo che l’ha danneggiata, mentre all’8° posto si trova, con 20.194 voti, il vincitore della classifica speciale dedicata nel 2022 a “I Borghi e i loro luoghi”: il borgo medievale di Cremolino, nell’alto Monferrato, in cima a una collina circondata dai vigneti e affacciata sulle Alpi, in cerca di rilancio e valorizzazione. In coda, al 9° posto con 19.001 segnalazioni il Villaggio operaio di Crespi d’Adda a Capriate San Gervasio (BG), sorto a partire dal 1878 e inserito nel 1995 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale per la sua eccezionale integrità, che necessita però di interventi conservativi, e al 10° posto Villa Mirabellino nel Parco della Reggia di Monza, edificata nel 1776 dall’architetto Giulio Galliori per il cardinale Angelo Maria Durini, da decenni in totale abbandono e votata da 17.933 persone per sollecitarne il restauro.

 

Non mancano in alta classifica i paesaggi culturali – categoria riconosciuta tra i beni Patrimonio dell’Umanità censiti dall’UNESCO -, luoghi in cui l’opera dell’Uomo si fonde con quella della Natura: oltre alla 4ª posizione di Via Vandelli, al 13° posto con 15.593 voti si trova un luogo dal significativo nome “il nostro Carso”, un’area naturale tra le province di Gorizia e Trieste, duramente colpita da un recente incendio estivo, mentre al 18° posto, la Fascia olivata tra Assisi e Spoleto, votata da 12.738 persone, che per oltre 40 chilometri caratterizza il territorio umbro e la sua tradizione di coltivazione degli ulivi.

 

In un’edizione che ha visto arrivare i maggiori flussi di voti da Piemonte (246.553 voti), Lombardia (241.774 voti) e Sicilia (134.947 voti), merita di essere segnalato l’eccezionale risultato di un territorio dove da anni “I Luoghi del Cuore” sono profondamente radicati. Regine indiscusse del censimento 2022 sono la città e la provincia di Alessandria, che annoverano ben quattro luoghi nelle prime dieci posizioni. Hanno dato un contributo determinante a questo successo le scuole cittadine, che hanno “adottato” tutti i luoghi in fase di voto: un’attivazione di grande significato, per l’importanza di sensibilizzare i più giovani, trasmettendo la consapevolezza di quanto il patrimonio sia un valore da preservare per il presente tanto quanto per il futuro.

 

Pubblicata la classifica del censimento, si apre ora la seconda fase de “I Luoghi del Cuore”, tutta rivolta agli interventi. A marzo 2023 il FAI lancerà un bando per raccogliere i progetti di intervento che verranno sostenuti: i quattro vincitori – il podio e il primo classificato della sezione speciale dedicata a “I Borghi e i loro luoghi” – parteciperanno di diritto, ma potranno presentare un progetto – attraverso gli enti proprietari – tutti i luoghi che hanno raggiunto la soglia minima di 2.500 voti. Dovranno essere progetti concreti, di recupero o di valorizzazione, con tempi di realizzazione certi e cofinanziamenti che permettano di ampliare l’impatto dei contributi stanziati da FAI e Intesa Sanpaolo. I tre vincitori nazionali beneficeranno rispettivamente di 50.000, 40.000 e 30.000 euro, mentre al borgo di Cremolino spetterà il premio speciale Intesa Sanpaolo, di 20.000 euro, sempre a fronte della presentazione di un progetto. Il bando, che sarà come sempre corredato da una serie di parametri di valutazione, stanzierà contributi fino a 30.000 euro per ciascun luogo.

 

 

NOVITà 2023: IL CONTEST NAZIONALE “NARRATE, GENTE, LA VOSTRA TERRA”

 

Il 2023 porta con sé un nuovo progetto: un contest, dal titolo “Narrate, gente, la vostra terra”, dedicato alla valorizzazione dei luoghi del cuore attraverso il racconto, che nasce da un’idea dello scrittore Antonio Scurati e della giornalista Marta Stella. Gli italiani sono invitati a narrare il proprio luogo del cuore in un racconto vocale che potrà essere una descrizione o un ricordo, una celebrazione o un messaggio intimo e personale. Il progetto parte con il contributo di personaggi del mondo della cultura che hanno scelto di donare al FAI la propria narrazione, tra cui Alessandro Baricco, Sonia Bergamasco, Francesco Guccini, Valeria Parrella, Francesco Piccolo, Bianca Pitzorno, Massimo Popolizio e Stefania Rocca. Si potrà inviare il proprio messaggio vocale, seguendo le istruzioni su www.iluoghidelcuore.it, da oggi al 15 settembre 2023. I migliori saranno veicolati periodicamente sui canali digitali del FAI e il vincitore sarà annunciato a novembre; il luogo oggetto della sua narrazione beneficerà di un progetto di valorizzazione del valore di 5.000 euro a cura del FAI.

Io credo che raccontare la propria terra sia una manifestazione d’amore, un modo per prendersene cura, per custodirla. Mai come in questo momento storico, di fronte alla gravissima emergenza ambientale e crisi climatica, l’Italia ci chiama a prendercene cura, a custodirla e ad amarla.  Spero che tantissimi italiani rispondano al nostro appello contribuendo a disegnare una mappa sentimentale del nostro meraviglioso e fragile Paese” dichiara Antonio Scurati.

 

Anche nell’edizione 2022 del censimento la lista dei siti amati è ricca di luoghi sorprendenti e di storie toccanti. Ne sono esempio il Cimitero Vecchio di Santo Stefano di Camastra (ME), le cui 90 tombe ottocentesche, originariamente rivestite di maioliche, oggi solo in parte conservate, necessitano di restauro; i Castelli Tapparelli d’Azeglio a Lagnasco (CN), complesso di proprietà del Comune con tre diversi edifici nati sul finire dell’XI secolo e sviluppatisi fino al XVIII, che ha bisogno di fondi per il restauro e l’apertura al pubblico; il Circolo Combattenti e Reduci a Milano, un luogo ricco di memoria, il cui giardino verrà distrutto con la realizzazione di un nuovo progetto urbanistico; Villa Verdi a Villanova sull’Arda (PC), la dimora che Giuseppe Verdi scelse per oltre cinquant’anni, oggi chiusa ai visitatori e da novembre 2022 in attesa di essere messa all’asta. E ancora, la Chiesa di Santa Maria delle Tinte a Pergola (PU), piccolo gioiello che sorprende per il contrasto tra esterno in laterizi e interno in stucco bianco con una ricca decorazione barocca, gravemente danneggiata dall’alluvione che ha colpito le Marche a settembre 2022; il Barco della Regina Caterina Cornaro ad Altivole (TV) singolare incrocio tra castello e villa veneta, ricco di storia, oggi in stato di abbandono e bisognoso di numerosi restauri; la Salina Camillone di Cervia (RA), dove si produce ancora il sale con il metodo antico e con gli attrezzi in legno; e l’isola dell’Asinara a Porto Torres (SS), luogo di grande valore ambientale e paesaggistico che merita di essere tutelato e valorizzato.

 

Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza della Banca distribuita in tutte le regioni italiane.

 

Il censimento è stato realizzato con il Patrocinio del Ministero della Cultura.

Rai è Main Media Partner del FAI e supporta l’XI edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore”, riconfermando l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano.

Per consultare la classifica nazionale completa:

 I https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/i-luoghi-del-cuore/classifica/

 

È possibile filtrare le classifiche anche per Regione, Provincia, Comune o tipologia di luogo

dalla pagina cerca un luogo su www.iluoghidelcuore.it

 

FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS

Ufficio Comunicazione Stampa e New Media – Elisabetta Cozzi tel. 349 5572117; e.cozzi@fondoambiente.it

Ufficio Comunicazione Tv e Radio – Novella Mirri tel. 334 6516702; n.mirri@fondoambiente.it

 

Intesa Sanpaolo

Rapporti con i Media – Silvana Scannicchio tel. 335 7282324; stampa@intesasanpaolo.com

 

*****

 

PRIMI DIECI “LUOGHI DEL CUORE” IN CLASSIFICA NAZIONALE

 

Chiesetta di San Pietro dei Samari nel Parco di Gallipoli (LE) – 1° CLASSIFICATO CON 51.443 VOTI

Situata fuori dalla città di Gallipoli, in un’area di campagna a ridosso della Statale 274 per Leuca, nel Parco Regionale Litorale di Punta Pizzo – Isola di Sant’Andrea, a poco più di un chilometro dal mare, si trova la Chiesetta di San Pietro dei Samari. Il suo nome, così come quello del vicino Fosso dei Samari, corso d’acqua che scorre tra le colline dell’entroterra e le dune costiere delle spiagge, si lega a un episodio narrato nell’iscrizione che corre sulla cornice dell’avancorpo della chiesa, aggiunto nel XIX secolo come abitazione del sacerdote. L’iscrizione attribuisce la fondazione dell’edificio sacro a Ugo di Lusignano, condottiero dei Crociati, ritornato dalla Palestina nel 1148 e sbarcato a Gallipoli. La stessa iscrizione racconta che il militare fondò la chiesetta nel luogo in cui San Pietro, reduce dalla Samaria, avrebbe celebrato una Messa. Caratterizzata da cupole emisferiche databili tra XII e XIII secolo d.C. e formata da due ambienti a pianta quadrata, la Chiesa dei Samari è l’unico esempio nella provincia di Lecce del fenomeno architettonico delle chiese a cupole in asse, che compare in Puglia, derivato da modelli orientali, tra X e XII secolo. Spoglia e priva di decorazioni, è un luogo rimasto per decenni in stato di abbandono, ha già subito dei crolli ed è attualmente inagibile; il Comune, che l’ha acquisita in comodato d’uso ventennale dai proprietari privati, sta lavorando a un progetto per i primi, urgenti restauri. Proprio per auspicarne il recupero il comitato “Amici del Parco naturale Isola S. Andrea – Litorale Punta Pizzo” ne ha promosso la raccolta voti al censimento del FAI 2022. L’attrice Stefania Rocca sostiene la chiesetta dei Samari come suo “Luogo del Cuore”.

 

Museo dei Misteri di Campobasso – 2° CLASSIFICATO CON 32.271 VOTI

Inaugurato nel 2006, il Museo dei Misteri è dedicato alle installazioni, dette “Ingegni”, ideate e realizzate dallo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno a metà del Settecento e che, da oltre 260 anni, vengono portate in processione per le vie della città nel giorno del Corpus Domini. A sfilare sono 13 ingegni e ben 76 personaggi: 58 bambini, 16 adulti, un agnello (sul Mistero di Abramo) e un cagnolino (sul Mistero di San Rocco). Negli anni l’Associazione Misteri e Tradizioni di Campobasso, che si occupa della valorizzazione del Museo, ha raccolto anche un ricco patrimonio documentario, audiovisivo e demo-etno-antropologico: l’archivio conta più di 80.000 fotografie che ritraggono l’evento dalla fine dell’Ottocento a oggi. Oltre alle foto, si sta ampliando anche la sezione “filmati”, amatoriali e inediti, realizzati a partire dal 1929. Il Museo nasce nel luogo, non monumentale, in cui gli ingegni vengono conservati durante l’anno, dove avviene la vestizione dei figuranti e dal quale parte la processione annuale. Il comitato “Associazione Misteri e Tradizioni di Campobasso” intende continuare la valorizzazione di questo spazio realizzando alcune migliorie negli ambienti espositivi, per rendere più coinvolgente l’esperienza del visitatore. Sono numerosi i personaggi dello spettacolo che hanno espresso il loro supporto per questo Luogo del Cuore: attori come Daniela Terreri ed Edoardo Siravo, il cantante Antonello Carozza e il giornalista sportivo Riccardo Cucchi. Gli ingegni di Campobasso hanno inoltre ispirato la regista Alice Rohrwacher per il suo cortometraggio “Pupille”, candidato agli Oscar 2023 nella categoria Best live action short.

 

Chiesa di San Giacomo della Vittoria, Alessandria – 3° CLASSIFICATO CON 31.028 VOTI

La costruzione della Chiesa di San Giacomo della Vittoria, nel centro di Alessandria, è legata a un fatto d’arme glorioso: la vittoria riportata il 25 luglio 1391 – giorno di San Giacomo – dagli alessandrini e dalle truppe di Gian Galeazzo Visconti guidate da Jacopo dal Verme contro la lega antiviscontea condotta da Giovanni III d’Armagnac alle porte della città. L’edificio originario, fondato nello stesso 1391, subì profondi rimaneggiamenti nei secoli successivi e fu destinato anche a utilizzi diversi e impropri (caserma, magazzino, ospedale). Oggi si presenta ad aula unica con volta a botte, ricca di motivi decorativi ad affresco e cornici in stucco dorato riconducibili agli anni ’50 e ’60 dell’Ottocento. Restano pochi elementi della costruzione originaria, tra cui un affresco di fine Trecento con la Madonna del Latte. La chiesa conserva, inoltre, numerosissimi ex voto e ha un valore devozionale importante per gli alessandrini. Sono tre i comitati attivi nella promozione di questo luogo di culto, appoggiati anche dalla Delegazione FAI di Alessandria, sempre molto attiva attraverso il censimento a favore del patrimonio culturale locale: “Associazione Spazioidea”, “Insieme per Alessandria” e “Per San Giacomo”. L’obiettivo principale della raccolta voti è sensibilizzare la collettività sugli urgenti lavori di manutenzione, pulitura e restauro degli affreschi della volta, di cui la chiesa, officiata ormai solo saltuariamente, necessita.

 

Via Vandelli: la madre di tutte le strade moderne, Emilia-Romagna e Toscana 4° CLASSIFICATO CON 26.261 VOTI

Via Vandelli è la leggendaria strada “illuminista” del Ducato Estense, progettata attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane, tra Emilia-Romagna e Toscana. Fu voluta dal duca Francesco III d’Este per collegare i centri del potere estense e in particolare la sua capitale, Modena, al mar Tirreno, per lo sviluppo del commercio dalla Pianura Padana al porto di Massa. I 172 chilometri dell’ardita infrastruttura carrozzabile – che oggi tocca 21 Comuni – furono realizzati a partire dal 1739 dall’abate, cartografo e matematico Domenico Vandelli, inventore delle isoipse, le curve di livello che ancora oggi vengono utilizzate dai cartografi. Lungo il percorso, che culmina nel Passo della Tambura a 1.620 metri e che copre un dislivello complessivo di quasi 5.400 metri, si conservano tratti lastricati originari e sono ancora individuabili le tracce degli edifici, voluti dal Vandelli, con la funzione di osterie, stazioni di posta e rifugi per i viaggiatori. Il tratto più spettacolare, nonché l’apice dal punto di vista tecnico e ingegneristico, è la discesa Campaniletti-Massa che, con 6 chilometri di muri a secco realizzati dal Vandelli per sostenere la carrozzabile, scende dalle Apuane al mare. La Via, oggi, sparisce a tratti, assorbita dalla vegetazione e dalle infrastrutture stradali moderne. Le parti lastricate – in particolare quella della “Selva romanesca” nel Comune di Frassinoro (MO) – hanno bisogno di un intervento di ripristino ed è necessaria un’adeguata cartellonistica, che fornisca indicazioni e informazioni per promuovere la Via come Cammino, aiutandone la percorribilità. A supportare questi obiettivi, il comitato “Amici della Via Vandelli” ha promosso la raccolta voti al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 attivando Comuni e sezioni CAI, riunendo amici e viandanti, tra cui il pilota di rally Paolo Andreucci, che ne fa da testimonial.

 

Casa del Mutilato, Alessandria 5° CLASSIFICATO CON 25.350 VOTI

Promossa dalla Sezione locale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra già dalla metà degli anni Trenta, la Casa del Mutilato fu costruita nel 1938-40 per dare una sede moderna e decorosa all’associazione e alle altre organizzazioni minori del settore. Il progetto fu affidato all’ingegner Venanzio Guerci, tra i protagonisti dell’urbanistica alessandrina del periodo. Pur volendo realizzare un palazzo che si distinguesse “per modernità, proporzioni e forma” dalla case private, Guerci creò un edificio in bilico tra il razionalismo tipico dell’epoca e i canoni di inizio Novecento. Tra gli elementi di spicco troviamo la grande balconata per dare lustro agli oratori, il corpo sporgente finestrato per potenziare la luminosità e, all’interno, la concentrazione degli spazi comuni al pianterreno e nel seminterrato, per agevolare la frequentazione da parte di persone gravemente ferite in guerra. A decorare la nuova costruzione furono chiamati i maggiori artisti della provincia, tra cui Alberto Caffassi, autore del grande dipinto murale nel salone delle adunanze sul piano rialzato, con il quale si voleva celebrare il “Sacrificio del Reduce” e la vittoria italiana nella Grande Guerra. A gennaio 2022 Confindustria Alessandria ha annunciato che proprio nella Casa del Mutilato avrà la sua nuova “casa”, ponendosi l’obiettivo, dopo anni di abbandono, di ridare accessibilità all’edificio e aprire anche al pubblico gli spazi e gli ambienti. Il comitato “Insieme per Alessandria”, che riunisce tante associazioni di volontari del territorio, si è attivato per la raccolta voti all’11° censimento “I Luoghi del Cuore”, per mantenere alta l’attenzione su questo luogo a lungo in degrado.

 

Basilica dei Fieschi, Cogorno (GE) –  6° CLASSIFICATO CON 22.890 VOTI

La Basilica, uno tra i più rilevanti monumenti tra romanico e gotico in Liguria, si trova a San Salvatore dei Fieschi, parte del Comune sparso di Cogorno, la cui storia è plasmata dalla famiglia genovese dei Fieschi, protagonista di un’espansione territoriale tra XII e XIII secolo nella Liguria di Levante. La sua edificazione è legata alla lotta tra l’imperatore Federico II di Svevia e papa Innocenzo IV, al secolo Sinibaldo Fieschi. Nel 1245 Federico II, per vendicarsi della scomunica del papa, fece saccheggiare i possedimenti della famiglia a San Salvatore, oltre ad altre devastazioni. Sulle rovine del borgo, Innocenzo IV e il nipote Ottobono Fieschi, futuro papa Adriano V, ordinarono la fondazione della basilica, eretta dai Magistri Antelami che da più di un secolo operavano a Genova nella costruzione degli edifici in muratura della città. I lavori vennero terminati nel 1252: un’iscrizione sull’architrave del portale ricorda l’evento. Lo schema planimetrico è quello basilicale, a tre navate; la facciata presenta il caratteristico rivestimento bicromo a fasce alternate in ardesia e marmo bianco. Al centro spicca un ampio rosone sormontato da archetti romanici. La raccolta voti al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022, guidata dal Parroco, ha coinvolto tutti i cittadini ed è stata supportata dal comitato “Distretto Ardesia Ligure” e da studenti e insegnanti delle scuole del territorio, per tenere alta l’attenzione sulla necessità di interventi e per promuoverne la conoscenza.

 

Chiesa di Santa Maria di Castello, Alessandria – 7° CLASSIFICATO CON 22.574 VOTI

La Chiesa di Santa Maria di Castello nasce in epoca medievale come chiesa “infra castrum”, in posizione centrale nella città. Non vi sono però testimonianze dirette della posa della prima pietra dell’edificio, né del lungo cantiere aperto dal 1486 al 1545, anno della consacrazione della chiesa in una forma vicina a quella che oggi conosciamo. In seguito alla soppressione del 1798 e alla separazione dell’annesso monastero dalla chiesa, inizia un periodo di grave decadenza del complesso; a seguito di una scossa di terremoto avvenuta nel 1820, il monumento subì rilevanti lavori negli anni 1842-43. I primi cinquant’anni dell’Ottocento coincidono però anche con la ripresa di possesso della chiesa da parte della città, dopo i secoli in cui Santa Maria di Castello era stata un corpo a sé, cuore dell’insediamento canonicale più che edificio di culto urbano. Gli anni che vanno dal 1886 al 1932 vedono Santa Maria al centro di tre campagne di restauro. Elemento di continuità all’interno di questo periodo è la figura di Francesco Gasparolo (1858-1930) per la vastità e la metodicità delle ricerche. Si eseguono alcune prove di scavo che attestano per la prima volta le origini antiche del monumento. Una nuova campagna di scavi negli anni 1970-73 porta alla luce la zona archeologica con i resti di una chiesa preromanica ad aula con una grande abside risalente al secolo VIII e una seconda con impianto romanico triabsidato del X-XI secolo, studiati solo a partire dalla metà degli anni Ottanta. Sono quattro i comitati che si sono mobilitati al censimento, a fine novembre, a seguito del crollo di una porzione del cornicione sul fianco destro della chiesa, con l’obiettivo di ottenere i fondi per il recupero dell’edificio.

Castello e borgo, Cremolino (AL) – 8° CLASSIFICATO CON 20.194 VOTI

Borgo di origine medievale dell’Alto Monferrato, Cremolino ha rivestito nella storia piemontese un ruolo importante, sia perché zona di confine con la Repubblica di Genova, sia perché i Malaspina – signori di Cremolino per oltre due secoli dal 1240 – erano vicari imperiali del marchese del Monferrato, con giurisdizione sui diversi castelli e territori a loro assoggettati (Bandita, Morbello, Rocca Grimalda, Morsasco). Il castello che corona il borgo sorge su una collina circondata da vigneti che domina le due valli dell’Orba (Ovada) e della Bormida (Acqui Terme), balcone naturale che si affaccia sulle Alpi, con il Monviso che svetta sullo sfondo. Nato come punto di avvistamento e difesa, il maniero ha conservato l’aspetto della sua struttura originaria trecentesca: un quadrilatero irregolare con quattro torri poste ai lati, la cinta muraria e il ponte levatoio. All’interno del borgo sono ancora oggi visibili pozzi e cisterne per la raccolta dell’acqua, elemento indispensabile in particolare in caso di assedi. Per valorizzare e promuovere la conoscenza del borgo, il cui sentiero panoramico necessita di manutenzione straordinaria, il comitato “Cremolino è orgoglio, l’orgoglio è Cremolino” ha promosso la raccolta voti al censimento del FAI 2022.

Il castello e borgo di Cremolino è il luogo vincitore della classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

 

Villaggio operaio di Crespi d’Adda, Capriate San Gervasio (BG) 9° CLASSIFICATO CON 19.001 VOTI

Sulla punta dell’“Isola Bergamasca”, penisola dove il fiume Brembo confluisce nel fiume Adda, proprio per la sua posizione strategica, che permetteva la produzione di energia elettrica tramite lo sfruttamento dell’acqua corrente, due imprenditori tessili e filantropi – Cristoforo Benigno Crespi e suo figlio Silvio Benigno Crespi – fondarono qui nel 1878 uno dei primi villaggi operai. Vi abitavano i lavoratori del cotonificio con le loro famiglie, per le quali vennero realizzati importanti servizi: la chiesa, la scuola, un ospedale, un circolo ricreativo, un teatro, un emporio, due lavatoi, dei bagni pubblici e persino dei campi sportivi e un parco. Il cotonificio ha operato fino al 2004 e l’intero villaggio nel 1995 è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO “in quanto esempio eccezionale” delle scelte di “industriali illuminati che andavano incontro alle esigenze dei lavoratori” e per l’integrità della sua struttura. Il comitato “Associazione Pro Crespi”, in collaborazione con la Delegazione FAI di Bergamo, ha partecipato al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 con l’obiettivo di continuare a valorizzare il sito e promuovere le necessità di recupero della Chiesa Parrocchiale del Santissimo Nome di Maria – copia esatta della chiesa rinascimentale di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio (VA), città da cui provenivano la moglie di Cristoforo Crespi – e della pineta storica.

 

Villa Mirabellino nel Parco della Reggia, Monza 10° CLASSIFICATO CON 17.993 VOTI

La Villa fu edificata nel 1776 dall’architetto Giulio Galliori, su committenza del cardinale Angelo Maria Durini, come dépendance per ospitare gli invitati del suo circolo letterario: il suo giardino la collega visivamente, con un cannocchiale prospettico, con Villa Mirabello. Lasciata in eredità ai Trivulzio, fu in seguito usata da famiglie imperiali francesi e austriache finché, nel 1805, venne acquistata da Eugenio de Beauharnais, viceré d’Italia e principe di Venezia, che la donò alla moglie Augusta Amalia di Baviera. Il complesso fu inglobato nel Parco della Villa Reale, realizzato tra 1805 e 1808 su progetto di Luigi Canonica e gli esterni furono rimaneggiati a metà del secolo, alterando le linee originarie. Nel 1919 l’insieme di parco ed edifici passò dalla Corona al Regio Demanio e nel 1920 Villa Mirabellino venne consegnata all’Opera nazionale pro Orfani e Infanti di guerra; nel 1942 venne data in concessione gratuita ai Comuni di Milano e Monza e alcuni anni dopo l’Amministrazione milanese vi insediò una colonia elioterapica, con la realizzazione di una serie di interventi che snaturarono completamente lo spazio interno. Da decenni l’edificio, deturpato da atti vandalici, versa in uno stato di totale abbandono e la raccolta voti al censimento del FAI 2022 è stata promossa dal comitato “Amici del Mirabellino” con l’obiettivo di sensibilizzare sull’urgenza di un restauro conservativo e di individuare una nuova destinazione d’uso.

pubblicità