I Pinguini Tattici Nucleari raccontati da mamma e papà: “Riccardo con il calcio era un disastro. Un bel giorno lo tolgono dalla panchina e lo mandano in campo ma lui si siede mandando in tilt allenatori e compagni”

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Cala il sipario sul 70° Festival di Sanremo, i Pinguini Tattici Nucleari sono saliti sul terzo gradino del podio con la loro ‘Ringo Starr’. A dicembre avevamo incontrato i genitori di Riccardo Zanotti e Lorenzo Pasini, che ce li avevano raccontati sotto una veste… inedita. La loro infanzia, le loro passioni e il ‘viaggio’ che li ha portati fin qui. Riproponiamo un estratto delle interviste.

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Due capitoli umani, una sola bella storia musicale. Una storia nata a scuola, continuata negli oratori, inciampata nei bar di provincia, proseguita per un milione di chilometri in un pulmino dei dentisti Croazia su e giù per l’Italia, isole comprese, passata per lo Sziget, il mitico festival  internazionale di Budapest, esplosa al concerto del primo maggio, 2019, condivisa nell’album “Faber Nostrum”, spiaggiata al Jova Beach Party, e approdata (per ora) al Mediolanum Forum, sold out con quattro mesi d’anticipo. Che uno fa presto a dire Forum, ma undicimila biglietti venduti in venticinque giorni dopo sessantamila persone paganti nel tour estivo non era poi così scontato. E infatti di scontato nella loro costante parabola ascendente c’è ben poco. Al palazzetto più grande della Lombardia suoneranno infatti sabato 29 febbraio, una data insolita che nemmeno a cercarla. No, aspetta, l’hanno proprio cercata (mi dicono dalla regia) perché assomiglia a loro, è un po’ magica e fuori dai calendari consueti. Per dire, l’ultimo sabato 29 febbraio è stato nel 1992, il prossimo sarà nel 2048! Nel 1992 i protagonisti della nostra storia non erano ancora nati!

Loro sono Riccardo Zanotti di Albino e Lorenzo Pasini di Villa d’Ogna, entrambi classe 1994. Sono due dei Pinguini Tattici Nucleari, un nome che sta diventando sempre più squillante nella scena musicale italiana. Riccardo è la voce del gruppo, il compositore dei testi e delle musiche e Lorenzo la prima chitarra. Sono tutti giovanissimi, età media venticinque anni e tutti bergamaschi. Insieme a Lorenzo e Riccardo, che sono i “pinguini” della prima ora, quelli dei primi concertini in oratorio, suonano ormai stabilmente da qualche anno Nicola Buttafuoco e Elio Biffi di Pedrengo, Simone Pagani di Bergamo e Matteo Locati di Arcene.

(…) Mi arrampico bagnata di pioggia su per una strada in salita alla ricerca di casa Zanotti. Incontro più chiese che case e non c’è nessuno in giro. Siamo a Desenzano di Albino. Una frazione di duemilacinquecento abitanti o poco più, di cui almeno uno ormai conosciuto dai giovani di mezza Italia. L’altra metà lo conoscerà nel 2020, ci scommetto, mentre finalmente arrivo a destinazione. Ad aspettarmi ci sono anche i genitori di Lorenzo Pasini ospiti in casa Zanotti per l’occasione. Mi accolgono quattro cinquantenni che stanno sfogliando gli album di famiglia alla ricerca di foto per questo articolo. I loro due figli “Pinguini” si conoscono dagli anni del liceo, loro si sono invece incontrati la prima volta a cantare stonati nel cortile dell’oratorio di Albino. Quella volta che suonava Vasco Rossi ancora poco conosciuto e quella volta, tanti anni dopo, quando hanno accompagnato i figli ancora minorenni davanti ad un pubblico di ben… venticinque persone, nonne e zii compresi. Si sono poi trovati all’Alcatraz a inizio di questo travolgente 2019. Stavolta erano insieme a 3400 persone e le nonne stavolta le hanno lasciate a casa perché non pogano più tanto volentieri. Hanno brindato poi a Brescia dopo un concerto di 4.400 anime abbagliate dalle torce dei telefonini in una piazza della Loggia festante di gioventù brucata.

Chi l’avrebbe mai detto…

Io no di certo e ancora faccio fatica a crederlo” confessa la mamma di Riccardo. La bellissima signora Cristina Falconi, segno del leone, mi sovrasta con il suo metro e settantasei e la sua personalità forte “Riccardo è sempre stato un bambino, diciamo atipico… non dormiva mai e anche adesso lavora spesso soprattutto la notte”. “Qualche volta scendo a vedere se è in casa” conferma papà Roberto “Ora vive da solo e sbirciando dalla finestra lo trovo sempre al lavoro anche a notte fonda, chino sul computer a comporre con la chitarra in mano”. “La chitarra è un’appendice fissa anche di Lorenzo” interviene Desiderio Pasini originario di Clusone: “Quando è in casa la lascia solo quando mangia e fa la doccia e quando si chiude in camera a provare, la zona è off limits” “Con la scusa di portare una tisana, ne beve a litri, riesco ad entrare per far girare l’aria e fare uscire le due gatte che lo ascoltano per ore” ride mamma Cinzia Baronchelli nativa di Villa d’Ogna, ma per vent’anni residente a Bratto dove torna sempre con nostalgia. Guardo le foto di quando sono bambini e scorgo un Riccardo gigante sin da piccolo “Quando in ospedale hanno portato i bimbi nella culla per farli vedere ai parenti sono rimasto impressionato dal mio che superava di un piede gli altri! È stato così anche per il mio secondogenito Lorenzo che adesso sfiora i due metri”. Lorenzo, che ora fa economia e commercio, ha un po’ subito la personalità “ingombrante” del fratello. “Tutte le attenzioni erano praticamente per Riccardo” commenta Cristina mentre Roberto annuisce convinto “Ti dicevo che è sempre stato diverso dai bambini della sua età. Adesso col senno di poi posso dire che c’erano già tutti gli indizi di una personalità geniale, ma allora credimi, che fatica! Non è stata una passeggiata fargli da mamma”.

(…)

Eccellenza che arriva da anni di studio, dicevamo. Vale per tutti ma noi stiamo ancora parlando di Riccardo e Lorenzo le cui strade continuano a loro insaputa su due binari gemelli. E stavolta c’entra lo sport. O qualcosa che gli assomiglia… “Ad un certo punto bisognava che Riccardo facesse un po’ di moto e, interista da sempre, lo iscriviamo alla scuola di calcio dell’Albino. Un disastro. Gli piacevano le partite ma non prendeva sul serio il gioco, aveva sempre in testa la musica e basta! Finalmente un bel giorno lo tolgono dalla panchina e lo mandano in campo… dove si siede mandando in tilt i compagni e l’allenatore”. “L’unico sport per lui è stata la bicicletta. Quando andavamo al mare in camper lui partiva alla mattina e dovevamo andare a cercarlo perché era sempre in giro fino a sera quando finalmente tornava e ascoltava De Andrè”.

Cinzia ride e il marito non può che confermare un’altra assurda coincidenza: “Lorenzo non ha mai amato davvero lo sport, adesso fa esercizi tutte le mattine prima di colazione per tenersi in forma ma quando anche lui ha frequentato la scuola calcio di Clusone e Villa d’Ogna non aveva nessuna predisposizione”. La mamma ricorda un episodio in particolare “Anche Lorenzo era ai tempi interista e proprio Araberara gli ha regalato la prima maglietta nera e blu. La metteva orgoglioso in campo per gli allenamenti ma poi stava seduto in panchina. Anche a lui fu data la possibilità di giocare una partita, ma, nel bel mezzo di un tiro verso la porta, si imbambolò muovendo le dita come per suonare la chitarra e scansò il pallone come fosse infettato. I suoi compagni volevano linciarlo, era la partita della stagione. Fu l’ultimo giorno della sua carriera di calciatore”.

Sin da piccolo muoveva a caso le dita della mano destra in una sorta di tic compulsivo. Non abbiamo voluto approfondire con un medico, nonostante le insistenze dei parenti, perché era sereno e ci siamo detti, passerà crescendo”. Continua Cinzia: “A dodici anni veniva a pranzo da noi Davide Zanni (attualmente voce e chitarra delle “Le Città di K” n.d.r) operatore di Più Valli Tv per cui lavoravo come giornalista. Era il mio cameramen e portava sempre la sua chitarra in pausa pranzo, cominciò a dare le prime lezioni a Lorenzo… da quel giorno il fremito della mani smise per sempre. O meglio continuò ma facendo vibrare le corde del suo strumento preferito”…

 

 

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