Dopo gli episodi di avvistamento (per ora) dei lupi in alta Valle Seriana e le relative polemiche ci sono sviluppi a livello regionale. E sono nati i “Comitati spontanei per la tutela delle persone e degli animali dai lupi” (Michele Corti, a capo di “Ruralpini” tra loro). E hanno presentato in Regione al presidente della Commissione speciale “Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine” Giacomo Zamperini una prima raccolta di firme (quasi 10 mila) per una petizione popolare “No lupi nei paesi”- Veramente il Comitato le firme le ha raccolte soprattutto in Valtellina dove il problema sembra più rilevante (in provincia di Sondrio si sono registrati 31 attacchi alle persone). In realtà è la provincia di Brescia quella che ha registrato il maggior numero di attacchi (ben 54) e nella bergamasca sono di gran lunga inferiori (8).
“La petizione popolare è rivolta a Regione Lombardia e chiede all’istituzione regionale di prendere atto che il ‘problema lupo’ sta sfuggendo di mano – hanno spiegato i promotori dell’iniziativa -. In Italia e in Lombardia si assiste a un moltiplicarsi di casi di predazione di animali domestici sin dentro i cortili, i giardini, le stalle, che spesso sfociano anche nell’aggressione a persone, con o senza cane. E’ indispensabile pertanto adottare uno schema di regole come è stato fatto in Svizzera. Non si può continuare ad anteporre la venerazione ideologica del lupo alle esigenze di sicurezza e di tutela delle attività economiche come l’agricoltura e il turismo che sono vitali per il mantenimento della montagna”.
“Chiediamo – hanno concluso i vertici del comitato – che ci sia una graduazione di interventi per dissuadere il lupo dal frequentare i centri abitati e dall’avvicinarsi ad abitazioni, stalle e persone: pallottole di gomma, monitoraggio, cattura e radiocollaraggio e, quando le azioni ‘blande’ non risultassero efficaci, la rimozione dei soggetti ‘problematici’, così come previsto dalla normativa comunitaria e nazionale”.
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