VITTIME SENZA CARNEFICI
Il clima è di quelli ‘scansati che ho altro da pensare’ oppure gomitate e sorrisi tra ragazzini. Ma qui nessuno ha intenzione di passare per il paese di montagna dove ci si abbandona a istinti non proprio ortodossi. Qualcuno per la verità ci aveva provato “Sono venuti quelli della Rai e anche altri – commenta un ragazzo seduto su una panchina – alla prima domanda li abbiamo mandati a quel paese, sembra che siamo dei trogloditi. Ci vogliono costruire sopra un romanzo su una storia che chissà quante altre volte è successa in altri posti, ma non è stata scoperta”. La storia ormai la sanno tutti, è quella di una donna, insegnante, classe 1978, quarantenne L.S. che si innamora di un suo studente delle scuole Medie di Castione, sms galeotti, whatsapp inequivocabili, rapporti nell’auto di lei, sino alla scoperta della tresca e all’arresto della donna. “Ho provato a interrompere quella storia, ma non ci sono riuscita” ha spiegato lunedì 25 giugno al Gip del Tribunale di Bergamo Marina Cavalleri durante l’interrogatorio. Chi l’ha vista dice che sembrava quasi sollevata per essersi tolta di dosso un fardello che sapeva di macigno…
…Chi è la vittima in questa storia di paese? E chi è il carnefice? Ecco gli indiziati: la professoressa, l’alunno, la scuola, la famiglia, il paese. Percorso inverso. Mi chiama una della Rai (non so se giornalista o cosa), mi chiede un parere. Dico solo: attenti a costruirci una storiaccia, non è uno di quei prototipi di paese isolati sulla montagna, alla “Padre Padrone” (il film del 1977 dei fratelli Taviani), dove il sesso si fa con consanguinei e altro… Castione è terra alta ma aperta, terra di insediamenti, di seconde case, di villeggiatura e di turismo (i due termini hanno valenza diversa) e anche i protagonisti, a voler giocare allo scaricabarile, a rigore sono “forestieri” (uno può essere residente ma non “compaesano”)….
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