I fan di Fabrizio De André chiamano, Giorgio Gori risponde. Sono passati più di diciassette anni dalla sua scomparsa, ma la poesia del cantautore genovese non perde nulla della sua magia e resta in grado di coinvolgere ascoltatori di ogni tipo. Nessuno ha dimenticato quindi quello è che un vero e proprio monumento della canzone d’autore italiana, al punto che c’è chi chiede di più. Non dischi postumi (quasi sempre specchietti per le allodole, e privi di uno spessore vero e proprio) ma una raccolta organica di diversi singoli del primo De André, comprese versioni alternative, e oggi ormai dimenticate, di alcuni dei pezzi più famosi del cantautore. A guidare la schiera di appassionati che reclamano nuove pubblicazioni è Federico Guglielmi, uno dei guru del giornalismo musicale italiano (è quello, tanto per intenderci, che nei primi anni Ottanta scoprì i Litfiba in uno scantinato fiorentino), che nelle scorse settimane ha pubblicato dalle colonne virtuali di una testata online un articolo dove, senza mezzi termini, chiede ai possessori dei diritti delle canzoni di De André di fare di più…
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