IL CASO – I 5 COMUNI DELL’ALTOPIANO UNIONE? No, DIS-UNIONE!

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IL CASO – I 5 COMUNI DELL’ALTOPIANO

UNIONE? No, DIS-UNIONE!

I 5 Comuni smantellano l’Ufficio tecnico unico

C’è maretta nelle maggioranze di Fino e Onore

(p.b.) Prima di tutto le notizie. Dopo il fallimento della Fusione adesso ognuno dei 5 Comuni dell’Altopiano vuole riprendersi i propri servizi e le proprie funzioni. Cominciando da quella più importante, quella dell’ufficio tecnico unico. Per farlo bisognava convocare i rispettivi Consigli comunali e avere una maggioranza “qualificata”, non bastava insomma avere un voto in più, ma il voto favorevole dei tre quarti dei consiglieri presenti. Ma prima ancora bisognava avere almeno la presenza dei consiglieri sufficienti, vale a dire avere il numero “legale” dei consiglieri (la metà più uno). Sorpresa: a Onore e Fino del Monte non c’era il “numero legale” e il Consiglio dovrà essere riconvocato. La sorpresa maggiore è quella di Onore, dove non c’è minoranza e si poteva supporre che la sindaca Angela Schiavifacesse una passeggiata facendo approvare il “recesso” dalla convenzione. Il che legittima le voci correnti di una spaccatura in maggioranza proprio su questo tema. Perché a chiedere il “recesso” dalla convenzione sull’ufficio tecnico, sono stati per primi i Comuni di Onore e di Cerete e gli altri tre Comuni non hanno fatto che prendere atto che saltava tutto.

Ecco la cronaca intanto di quanto è successo lunedì 10 aprile nell’assemblea dell’Unione che doveva prendere atto delle 5 delibere dei Comuni che facevano saltare l’ufficio tecnico.

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(Mi.Sch.) Doveva essere un’assemblea veloce, con un unico punto all’ordine del giorno, quella convocata per lunedì 10 Aprile. I sindaci dovevano infatti approvare il recesso della convenzione relativa al servizio tecnico e patrimonio, che aveva istituito l’ufficio tecnico unico a Rovetta, come chiesto dalle amministrazioni di Onore e Cerete in disaccordo con gli altri amministratori, primo fra tutti il primo cittadino di Songavazzo Giuliano Covelli che aveva invece proposto un potenziamento dell’Unione stessa.

Per approvare il recesso, peraltro fortemente criticato dalle minoranze, era ed è necessaria l’approvazione dei due terzi dei consiglieri di ogni consiglio comunale dei singoli comuni. E la sorpresa è proprio qui: poco prima delle 21 i sindaci si rendono conto che ad Onore e Fino del Monte, dove i consigli si sono tenuti pochi minuti prima, è mancato il numero legale, anche se per due motivi diversi. A Fino del Monte la minoranza guidata da Mauro Gabrieli, dopo aver sostenuto il progetto della fusione, ha deciso, suscitando sorpresa nel sindaco Matteo Oprandi, di votare contro la recessione della convenzione dell’ufficio tecnico e l’assenza di un consigliere della maggioranza non ha permesso di avere gli 8 voti necessari per approvarne l’annullamento. A Onore la situazione è stata invece differente: il consiglio comunale non si è potuto svolgere perché le assenze erano troppe e non si è raggiunto il numero minimo di 8 consiglieri presenti, nonostante in Consiglio vi sia solo una lista di maggioranza guidata dal sindaco Angela Schiavi.

Tutto, o quasi, da rifare quindi. Ad Onore la recessione della convenzione è tornata in consiglio comunale Sabato 15 Aprile ed è stata approvata, mentre a Fino del Monte il consiglio comunale si è svolto Giovedì 20 Aprile e la minoranza ha confermato il suo voto contrario. Ora bisognerà riconvocareanche il consiglio dell’Unione dei Comuni che è stato rinviato con il solo voto contrario del consigliere di minoranza di Rovetta Mauro Bertocchiche alla fine dell’assemblea afferma: “Abbiamo assistito alla solita barzelletta, voteremo contro lo scioglimento della convenzione, che riteniamo vantaggiosa per i cittadini”.

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(p.b.) E qui siamo al paradosso, per chi non ha seguito tutta la vicenda della Fusione fallita. Ma come, proprio la minoranza di Rovetta, unita a quella di Cerete, è stata l’artefice o almeno ha contribuito in modo determinante al voto contrario della popolazione dei 5 Comuni al progetto di Fusione. Perché adesso la minoranza di Rovetta si batte per il… potenziamento dell’Unione contro la oggettiva disgregazione in atto della stessa con la fuga dei Comuni che tolgono le funzioni basilari e di sostanza (quella appunto dell’Ufficio tecnico unico che preludeva ad es. a PGT condivisi)? Ma Bertocchi & C hanno sempre sostenuto che erano contrari alla Fusione ma sostenevano a spada tratta l’Unione.

La situazione a Fino del Monte è un po’ diversa ma anche qui il fatto che la maggioranza non abbia saputo garantire il numero legale può essere letto come un segnale di malumore interno. Infatti la minoranza, adesso guidata da Mauro Gabrieli, sostiene il valore dell’Unione, mettendo in evidenza il fatto che la maggioranza si contraddice, perché fino a pochi mesi fa sosteneva addirittura la Fusione e adesso in pratica svuota l’Unione.

Il “liberi tutti” e il riprendersi la propria autonomia da parte dei 5 Sindaci deriva dalla delusione del progetto Fusione. Come dire, se non posso avere tutto, tanto vale rinunciare anche al poco. Un atteggiamento perlomeno sorprendente che, anche qui, dà adito al sospetto che possa essere una sorta di ripicca nei confronti della loro popolazione che li ha “traditi”. La reazione, lo avevamo scritto già  a dicembre, poteva essere quella più coerente, dimettersi perché il progetto Fusione non era un progetto di rifacimento di una fogna, ma aveva un respiro istituzionale storico. I 5 Sindaci si sono ben guardati dal farlo. E adesso smobilitano servizi fondamentali messi insieme nell’Unione. E lo fanno nella convinzione che la loro popolazione voglia riprendersi la propria autonomia. Il che è tutto da dimostrare, magari avevano paura di perdere identità, non certo di risparmiare sul personale e sui servizi e di mantenere un coordinamento territoriale che, con le Comunità Montane in stand by, ha nelle Unioni un punto di riferimento oggettivo.

Aggiungete che Rovetta non ha bisogno di nessuno, è sopra la soglia del 3 mila abitanti. Ma gli altri Comuni, se restasse la legge (che di proroga in proroga ha scadenza al 31 dicembre di quest’anno), hanno bisogno di convenzionare praticamente tutte le funzioni. Se va avanti così, avremo convenzioni a pelle di leopardo.

 

 

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