“Non sappiamo niente e non possiamo dire niente”, il ragazzo addetto al centralino della Comunità “Rinnovamento” ad Antegnate, sede centrale del gruppo di Comunità Oasi 7 di Padre Antonio Zanotti cerca di glissare le domande. Il 24 agosto era prevista l’inaugurazione di una delle vostre sedi, l’ex convento dei frati cappuccini di Sovere, a questo punto l’inaugurazione si fa lo stesso? “Ripeto, non possiamo dire niente, mettetevi nei miei panni, sono un centralinista e qui non c’è nessuno che può parlare con la stampa”. Ma Padre Zanotti dov’è? “Non lo so”. Sparito. Almeno ufficialmente da tutto e da tutti. Anche da internet, dove sino al giorno del fattaccio, la denuncia per maltrattamenti e abusi sessuali nei confronti di un ragazzo ospite della comunità, era attivo con un sito periodicamente aggiornato e una pagina molto frequentata su facebook.
Ora se si prova a entrare nel sito si trova scritto che è… in manutenzione, mentre se si digita il nome di ‘Padre Antonio Zanotti’ su facebook si legge che l’utente ha disattivato il profilo.
Ma chi non ha disattivato il profilo è la Procura, che sta andando avanti nelle indagini. E martedì 24 luglio è stato trasmesso dalla Procura di Roma alla Procura di Bergamo il fascicolo d’indagine sulla vicenda.
Le accuse al frate
Il caso era scoppiato martedì 17 luglio quando la documentazione con filmini e foto a luci rosse degli abusi era arrivata all’autorità giudiziaria del Vaticano e alla Procura di Roma. Ora da Roma il materiale arriva a Bergamo, sede competente per territorio. Il Pubblico Ministero è Davide Palmieri. Il ragazzo che avrebbe subito violenta ha raccontato di essere stato costretto a diventare l’amante del frate cappuccino, e di essere stato minacciato e picchiato quando aveva deciso di scappare per sottrarsi a “un’esperienza terribile per cui ho anche tentato di togliermi la vita”….
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