IL CASO – La baby gang che terrorizza Clusone e l’alta valle: “Viviamo con la paura”. La rassicurazione delle Istituzioni: “Tutto sarà risolto a breve”

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Luca Mariani

Dal parrucchiere e al bar. Per strada e sui social. Da settimane i clusonesi non parlano d’altro, tanto che l’amministrazione comunale ha organizzato lo scorso mercoledì 3 ottobre un incontro pubblico per parlare proprio di “comportamenti aggressivi e bullismo”. Un’escalation di violenza fatta di furti, minacce, insulti e pestaggi. I protagonisti sono ragazzi minorenni, tra i 15 e i 17 anni, che nell’ultimo anno, in particolar modo nell’ultima estate, si aggirano in branco tra le vie di Clusone, sia di giorno che di sera, con atteggiamenti e modi che vanno oltre il bullismo e sfociano nella delinquenza.

La paura di adolescenti e genitori

C’è chi non vuole più andare a scuola perché è spaventato e chi non vuole più uscire nemmeno il pomeriggio perché teme di incontrare il branco. C’è chi va all’allenamento solo se i suoi genitori lo portano al campo e poi vanno a riprenderlo e chi non attraversa più il sottopasso tra piazza Manzù e l’ex giocheria Merletti perché ha il terrore di essere rinchiuso dalla banda di ragazzi violenti.

C’è chi a scuola non esce più dalla classe e non va più in bagno per tutta la mattinata per evitare spiacevoli incontri. «Ciò è assurdo. Se penso alla mia adolescenza ricordo che non ero mai in casa», commenta desolato un genitore clusonese.

In questo stato di perenne paura vivono ormai un notevole numero di adolescenti clusonesi. Non solo chi è già stato vittima del gruppo dei minorenni violenti, ma anche chi ha visto questi episodi o ne ha sentito i racconti.

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