I piloni sono lì, nudi in mezzo al vento, a quello che resta del nubifragio di qualche settimana fa, fango stagnante, terriccio, una tabula rasa desolante, ma il desolante poi si recupera sempre quando la natura rifiorisce. Ma qui la natura rischia di rimanere lì, fredda e nuda pronta a ribellarsi e a fare danno. 10 ottobre, poche settimane fa, data che molti ricorderanno, maltempo, esondazioni, fiumi che rompono argini. Danni per milioni di euro in tutta la bergamasca. E nella zona di Poltragno il Borlezza fa le bizze, tracima, rompe gli argini e erode i piloni della superstrada, il collegamento tra Valcamonica e Bergamo, poche ore dopo, appena il maltempo si quieta quello che rimane è una grande distesa di sabbia e ghiaia, del prato non rimane più nulla. E in mezzo a quella distesa fanno impressione due degli 8 piloni che sorreggono il ponte della superstrada. L’esondazione ha eroso il terreno che li proteggeva e le fondamenta sono esposte al sole, al freddo, alla pioggia, con conseguente possibile rischio per la sicurezza e stabilità del ponte.
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