IL CASO – Quei bimbi mai nati sepolti nei cimiteri di Alzano, Piario e Lovere. Il dramma di Marta: “Ho scoperto dopo l’aborto una croce col mio nome, hanno seppellito il feto”

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E’ cominciato tutto così. Con un post di Marta, una donna romana che ha scoperto che a sua insaputa, dopo l’aborto, il feto è stato prelevato dall’ospedale, trasportato al cimitero e seppellito con rito religioso con ‘nome e cognome della madre’ scritto su una croce insieme alla data dell’aborto. 

E così Marta si è trovata davanti una tomba con il suo nome e… a nome di suo figlio. Uno shock che Marta ha voluto raccontare su facebook. Da lì è scattato un tam tam mediatico che ha sollevato un polverone. Diecimila condivisioni di un post che è diventato un j’accuse pesante. 

Il cimitero è quello del Flaminio di Roma, seppelliti feti abortiti di cui però le mamme non avevano chiesto la sepoltura ma il rigido regolamento di polizia mortuaria ha deciso per la tumulazione. E così dopo la scoperta di Marta ne sono arrivate molte altre.  

A raccogliere le segnalazioni è l’ufficio legale di Differenza donna, una visita al cimitero per verificare da vicino le croci e i nomi di donna e per decidere di promuovere una class action. “Per tre volte chiesi, dopo l’aborto, che fine avesse fatto il feto e per tre volte mi sentii rispondere non sappiamo – racconta una donna su Facebook – Ieri ho scoperto che è stato sepolto al cimitero Flaminio di Roma con una croce col mio nome”.Ora serve un’enorme azione collettiva – scrive la donna – ieri vedere il mio nome su quella brutta croce gelida di ferro in quell’immenso prato brullo è stata un’altra profondissima pugnalata, un dolore infinito e una rabbia da diventar ciechi. Avete presente quella scena di Tarantino dove lei viene sepolta viva sottoterra? Ecco, io stanotte ho sognato quella roba là – conclude – e mi sono tirata su di scatto congelata. Ora che conoscete i fatti, mi concedete di usare il termine tortura?”.  

La prima volta che ha chiesto del feto, racconta, è stata quando “la mattina dopo mi hanno frettolosamente dimesso dal reparto e mi risposero di lasciare stare. Pensai: Che tatto. Evitano di dirmi che l’hanno buttato tra i rifiuti speciali”….

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