Il Comune ha venduto il capannone dei Fondi di Schilpario. Quel capannone che ha una storia lunga e tormentata, prima attività industriale bruscamente interrotta, poi affittato alla Ski Mine per farne un museo delle miniere. Poi il crollo del tetto sei anni fa, sotto la neve.
Poi la vicenda del materiale inquinante per cui c’è stata una condanna sia per il Presidente della Ski Mine Anselmo Agoni sia per l’ex sindaco del paese Gianmario Bendotti, vicenda ancora in corso visto che c’è stato ricorso in secondo grado di giudizio.
Il rudere stava lì, inutilizzato, un “peso” inutile per il Comune. Poi all’improvviso l’interessamento di un imprenditore scalvino. Da qui un Bando pubblico che ha visto un solo partecipante, una società composta da due soci, uno dei quali (l’altro è un suo amico di Lecco) è Silvano Bettineschi, originario di Colere (località Serenella, ex Stalla di Valle o Valle Sponda, sulla strada che sale da Castello verso il Passo della Presolana). E’ uno dei tre fratelli che storicamente hanno continuato l’attività iniziata dal padre Samuele Bettineschi morto tragicamente il 27 gennaio 1977 quando, mentre stava creando un varco nella valanga del Vallone, il muro di neve gli è crollato addosso. Gli altri due fratelli sono Ottorino (attualmente presidente dell’ANCE provinciale, che sta per Associazione Nazionale Costruttori Edili) e Giovanni presidente della Promoeventi, quella che ha portato sulle nostre strade più volte il Giro d’Italia). L’azienda ha sempre lavorato nel settore della viabilità, sgombero neve per la Provincia, manutenzione strade, interventi su frane, bonifiche ed emergenze, ha una sede alla Serenella e a S. Lorenzo di Rovetta, zona artigianale.
Ma le strutture nella zona del Fondi sono vincolate a destinazione museale….
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