Qui c’era un albergo al tempo in cui Groppino era un rifugio per prendere fiato, letteralmente, e la pineta aiutava a far respirare i polmoni. Adesso c’è il grande complesso dell’ospedale e di contorno strutture sparse, ma importanti. Si scende verso il fiume. Ecco quello che appare una palazzina arancione: ha un ingresso architettonicamente importante con due bussole laterali. La scritta: C.R.A, che sta per Comunità Riabilitativa Alta Assistenza. Già l’aggettivo “alta” è impegnativo. Ci sono 20 pazienti ospiti, qui ci stanno al massimo un anno e mezzo. Ma non è una di quelle “assistenze” passive, qui gli ospiti vengono sollecitati con proposte anche innovative.
Siamo qui per una di queste. La dirige (da volontaria) Grazia Milesi, insegnante di lungo corso, ricercatrice e autrice di volumi di storia rilevanti: l’ultimo, “La coerenza di un sognatore” racconta la storia di Giovanni Brasi, comandante della 53ª Brigata Garibaldi, un volume di ben 333 pagine che partendo dalla storia (apparentemente locale), spazia sul contesto politico e sociale nazionale.
Ci accolgono le responsabili/animatrici. Paola Moioli e Oriana Bassani. Qui vengono assegnati “pazienti” che sono transitati per i C.P.S. (Centri Psico Sociali).
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