IL LIBRO – Ti sorride nello sguardo l’incanto di una terra che non ha confini

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Da oggi troverete al festival il nostro libro ‘Ti sorride nello sguardo l’incanto di una terra che non ha confini’, un libro particolare, dove a intrecciarsi sono racconti, storie, vite, di personaggi delle nostre terre. Un libro che potete trovare anche qui in redazione, offerta libera per aiutarci a coprire le spese di stampa, oppure potete anche non darci nulla, un omaggio ai nostri lettori, che si ritroveranno e troveranno un pezzo di loro. Ecco la prefazione del nostro direttore Piero Bonicelli:

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I fiumi, i laghi, le montagne. I confini li ha tracciati la storia fatta di guerre, rancori, ambizioni, avidità, rivalità. Era “chi sta in alto” che li ha tracciati, segnando il territorio, “fin qui comando io”, coinvolgendo la gente che “stava in basso” e non aveva alcun interesse se non quello di sopravvivere e per farlo di non scontentare il potente di turno. Nei secoli ci siamo convinti, ci hanno convinto, a coltivare le differenze, di esaltare identità costruite ad arte per distinguerci dal vicino che minacciava di rubarci la “roba”, il nostro orto. In memoria i vecchi possono raccontare gli scontri tra ragazzi delle contrade anche di piccoli paesi, quelli di là dal fiume contro quelli di qua, “la riva bianca, la riva nera” per dirla con la vecchia canzone, alimentando inconsciamente una sorta di “avviamento” alla guerra. Il nemico alimenta il senso di appartenenza. Nel ricordo della mia infanzia c’è la “battaglia di Palént” in cui un ragazzo della contrada nemica fu fatto prigioniero, e il riferimento letterario (perché non si era dei nesci) era a “I ragazzi della Via Pal”: segnare il territorio, creare difensori ed attaccanti, avere nemici consentiva di essere… amici. Il calcio come metafora della guerra proseguita con altri mezzi porta ancora le stigmate delle bande (gli ultras) a difesa di una storia magari creata ad arte ma che serve a rispondere, sia pure impropriamente, a cercare una risposta all’esigenza del “chi siamo”, con una forzata e, per molti, appagante risposta collettiva.

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