Il Pagellone 2019 dei Sindaci

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Ecco per la 16ª edizione il Pagellone dei sindaci. E ci ripetiamo ogni anno, ma serve per i lettori meno attenti: non si tratta di giudizi inappellabili ovviamente, il vero “voto” lo danno gli elettori a tempo debito a scadenza elettorale. Questi inoltre sono giudizi riferiti all’anno in corso, stilati dai responsabili di zona del giornale. Un po’ come succede nel calcio, il lunedì trovare giudizi diversi da giornale a giornale, perché ognuno la vede a suo modo. E comunque non sono giudizi dati alla carriera, ma solo a quella partita. Abbiamo abbinato quest’anno nelle immagini le figure dei sindaci a dei personaggi delle favole, in senso esteso, nel gioco annuale di vivacizzare il pagellone e al tempo stesso farlo percepire con la “leggerezza” del caso e del tempo festivo…

 

PAGELLE

Mons. Francesco Beschi 9

La nuova Chiesa di Papa Francesco ha uno dei suoi “pretoriani” a Bergamo (anche a Brescia e Milano). Il Vescovo, attaccato da lettere anonime (anche se poi qualcuno da noi si è fatto portavoce ma chiedendo il vincolo della segretezza professionale) dei “suoi” preti che non si è ancora capito cosa vorrebbero in concreto, con critiche generiche inviate anche in Vaticano, chiedendo in sostanza “solo” di sostituire il vescovo (le vocazioni scarseggiano? Basta guardare oltre il proprio ombelico per capire che è un fenomeno che non è ascrivibile al singolo Vescovo), e ha risposto con un silenzio dignitoso che fa onore a lui e alla Chiesa.

Opera nel sociale e nella pastorale, non è mai banale nei suoi messaggi. Un generale di un corpo d’armata dove i disertori aumentano.

 

Antonio Misiani 8

Dai conti del Pd ai conti (disastrosi) dello Stato. E’ viceministro dell’economia e finanze, mica paglia e, badateci, quando i media vogliono sentire uno che non dice banalità lo intervistano. Già questo è il segno che la nomina non è stata frutto di un manuale Cencelli d’antan. Serve ricordare che fu l’ultimo segretario del PCI provinciale prima della scomparsa del partito? E già allora si intuiva una concretezza e una competenza non comune.

 

 

Alessandro Sorte 5,5

Il suo percorso (consigliere comunale, provinciale, regionale, assessore regionale, sempre con Berlusconi. Poi nell’agosto scorso abbandona i berluscones seguendo il presidente della Liguria Giovanni Toti e aderendo a “Cambiamo – Dieci volte meglio”. Un cambiamento che non lo porta da nessuna parte, visti i tempi, a meno di aspirare davvero (e non sembrerebbe visto il suo carattere) a fare da stampella (troppo corta) a Salvini.

 

Maurizio Martina 5

Ma chi gliel’ha fatto fare di candidarsi alla segreteria del Pd in alternativa a Zingaretti e Giachetti. Che poi quest’ultimo se n’è andato con Renzi. Lui era apparso solo una contrifigura del presidente del Lazio. E all’improvviso, così come era salito al ruolo di ministro, è scomparso dalla seggetta, come nella famosa poesia di Prevert su Luigi XIV.

 

PARRE

Danilo Cominelli 6+

Anno tranquillo sul fronte interno, diversi interventi per mettere le pezze ai problemi del territorio e la conferma di una buona capacità amministrativa. Oltre ad avere in mano il suo paese, si gode la corte che gli stanno facendo da più parti, Lega in primis, con l’imbarazzo della minoranza (leghista) che lui ha sconfitto due volte alle elezioni. Termina il mandato in Comunità montana. Buon amministratore, ha cambiato molte bandiere politiche, sembra cercare ancora il suo paese (partito) dei balocchi.

Lucignolo

 

 

PIARIO

Pietro Visini 6,5

Sempre alle prese con la burocrazia per l’attesa bretella, è uno dei pochi sindaci (anche per competenza territoriale) che ha a cuore i problemi dell’ospedale di Piario. A volte sembra scoraggiato.

Dotto(re)

 

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