Quella per la bicicletta è una passione che fa rima con fatica, sudore, determinazione, volontà di pedalare per affrontare le salite, quelle della strada, ma anche quelle della vita. E lei, Agnese Romelli, tutto questo ce l’ha nel sangue.
La passione per la bici le è costata (letteralmente) un braccio, quando in quel giorno maledetto segnato sul calendario, il 9 maggio 2018, in seguito ad un grave incidente le è stato amputato l’avambraccio. Agnese si stava allenando sulla sua bici in una strada dell’Alta Val Seriana, ma in seguito allo scontro con un’auto viene scaraventata contro il muro. Il suo braccio rimane invece sull’auto. Da questa tragedia è però nata una storia incredibile, scritta da questa diciottenne forte e determinata, che non si è voluta arrendere alle salite che la vita le ha messo sulla strada e che, in modo inaspettato, si è trovata ad affrontare.
Quando la contattiamo, Agnese si trova a Vilminore di Scalve, trascorre infatti qualche giorno di vacanza nel paese di papà Alberto. Sta piovendo (anzi, diluviando) e Agnese ha deciso di non allenarsi. Sì, perché dopo qualche mese dall’incidente lei ha ricominciato a pedalare.
“Ormai riesco a condurre una vita normale anche senza braccio e – sottolinea Agnese – ho fortemente voluto riprendere a gareggiare con la bici”. La ragazza di Clusone riavvolge i nastri della memoria e torna col pensiero a quell’episodio che le ha cambiato la vita. “Dopo l’incidente del 9 maggio ho trascorso due mesi in ospedale, prima al Niguarda di Milano e poi a Mozzo (al presidio riabilitativo del Papa Giovanni – ndr) per fare la riabilitazione. Cosa provavo? Beh, nei primi tempi non è stato semplice: trovarsi in un ospedale, senza il mio braccio, non poter andare a scuola, non fare le gare in bici. Era cambiato tutto per me”….
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