Lo sci è una danza e la montagna è il tuo partner. Così è stato per Cristina Radici, poi è arrivato Luca (Percassi) e lo sci si è fatto da parte. Ma non la montagna, che resta nel cuore e nei progetti di Cristina. Martedì mattina di fine gennaio, Cristina Radici va di corsa, verso mille cose da fare, come sempre.
Un passato da sciatrice, un cognome ‘importante’, un altro altrettanto importante acquisito per amore, un presente da imprenditrice e un futuro tutto da scrivere.
Figlia di Angelo Radici, nipote di Luciana e Gianni Radici, l’impero del tessile e la culla che ha dato lavoro a mezza Val Seriana, sposata con Luca Percassi, figlio di Antonio, presidente dell’Atalanta, cresciuta a Leffe.
Cominciamo: “Fino a 19 anni ho sciato a livello agonistico e mi sono presa delle belle soddisfazioni, poi la mia via ha preso un’altra piega, dovevo studiare, mi sono laureata in Economia a Bergamo e a 25 anni sono diventata mamma di Giovanni; quindi, lo sci l’ho messo da parte”. Dopo Giovanni sono arrivati Alessandro e Angelo.
Ma facciamo un salto indietro: “Luca l’ho conosciuto al Liceo, avevo 16 anni e avevamo cominciato a frequentarci, poi ci siamo persi di vista quando è partito per Londra per giocare nel Chelsea, e così la nostra storia è rimasta in una nuvola per un po’ di tempo. Ci siamo rincontrati un anno e mezzo dopo, e abbiamo ripreso a rivederci seriamente, avevo 18 anni e va be’, era l’età giusta per avere una storia seria, e soprattutto eravamo innamorati, così ogni tanto andavo io a Londra e ogni tanto veniva lui allo Stelvio, poi quando a 19 anni ho smesso di sciare è stato tutto più facile vedersi”.
Quindi Luca è stato il tuo primo grande amore? “Sì dai, direi anche il più lungo”. Luca come se la cava con gli sci? “Non se la cava, non è il suo sport ma in ogni caso quando poi giochi a calcio devi evitare di fare sport come lo sci dove puoi farti male”.
Nel 2009 il matrimonio, che per Bergamo è stato un evento, due imperi che si fondono, due cognomi importantissimi per Bergamo: “Onestamente avendo conosciuto Luca a 16 anni ho vissuto l’amore in modo così naturale che il resto non contava e non conta. Non ho vissuto per fortuna la pressione di due famiglie cosiddette importanti nella bergamasca, eravamo solo io e Luca, due ragazzi innamorati, le nostre due famiglie sono sempre state, per dirla in bergamasco, molto ‘schisce’ con noi, non abbiamo mai dato importanza ai riflettori, poi certo, siamo molto uniti dal punto di vista famigliare ma siamo divisi dal lavoro, ognuno fa le sue cose, ognuno rispetta gli spazi lavorativi dell’altro. E poi quando mi sono sposata ero già mamma, e così non ho sentito la classica pressione del giorno del matrimonio, ma è stata semplicemente una festa, dove mi sono divertita come una matta e non l’ho vissuta con la tradizionale emozione. Per me non era certo l’unione tra Radici e Percassi, ma tra Cristina e Luca, due ragazzi innamorati e già genitori”….
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