IL PERSONAGGIO – Mamma Ennia racconta Andrea: “Il bodybuilding, le critiche, il sogno di Mister Olympia”

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È un pomeriggio di fine luglio, mamma Ennia è nella sua casa a Darfo, sorride mentre ci racconta suo figlio Andrea. Tiene tra le mani alcune fotografie, i ricordi si mescolano all’emozione, la riportano dritta in tutti quegli scatti che non sembrano essere così lontani. Andrea di cognome fa Presti, un nome già conosciuto in Valle e da qualche giorno è rimbalzato anche sulle testate nazionali, perché è proprio con lui che l’Italia torna a Mister Olympia – la più importante competizione di bodybuilding al mondo, quella che Arnold Schwarzenegger ha conquistato per ben sette volte – dopo 28 anni. Un sogno che si realizza, un sogno che corona i sacrifici e il lavoro di una vita. Ecco, questa vita così intensa ce la racconta proprio mamma Ennia, insieme a lei riavvolgiamo il nastro. Torniamo ai primi passi di Andrea, che oggi oltre ad essere un professionista del bodybuilding è un consulente sportivo che si occupa di preparazioni atletiche “e non solo nel campo del bodybuilding come molti credono”.

Nel caso di Andrea sport dev’essere necessariamente sinonimo di vita: “Sì e lo è fin da quando era piccolissimo. Io e il papà di Andrea, Maurizio, nel 1990 abbiamo aperto il centro sportivo Coral a Trescore. Andrea aveva tre anni ed era sempre in palestra con noi, suo papà era un agonista nel judo e quindi allo sport si è avvicinato così. È diventato anche lui un agonista e ha ottenuto degli ottimi risultati. Devo dire però che è sempre stato affascinato dalla sala pesi e dal culturismo, che ha iniziato a fare dai 16 anni… a quell’età soltanto perché il fisico deve essere formato, fosse stato per lui avrebbe iniziato molto prima. Si è sempre impegnato molto, suo papà è morto quando aveva 16 anni e lui ha deciso di prendere il gruppo del judo e andare avanti, anche se andava al liceo. Andrea è sempre stato così, molto determinato in tutto quello che faceva, una testa dura, se ha in mente qualcosa, nessuno lo convince a fermarsi. Al tempo stesso è anche ciò che mi rende orgogliosa di lui come mamma, non è così scontato trovare ragazzi così giovani che ci mettono tutte le loro energie sacrificando molti altri aspetti importanti della vita. Penso per esempio alle sue amicizie, quante volte mi hanno fatto notare che Andrea non si vede in giro, che non va nei locali… ecco, anche questo fa parte della sua vita, e purtroppo molte volte i sacrifici da fuori non si vedono. Ecco, anche stavolta non sono orgogliosa di lui per il traguardo di Mister Olympia, ma del fatto che sia riuscito a raggiungere il suo sogno con la costanza, la passione, i sacrifici e con le sue sole forze”.

Ma cos’hai pensato quando Andrea ha deciso di intraprendere questa strada? “Non posso dire che non fossi totalmente d’accordo, ma certo, avrei preferito altri sport, perché anche io rientravo nelle persone ignoranti a cui il culturismo non sembrava nemmeno uno sport, bensì una disciplina fine a sé stessa, puro esibizionismo. Non sarebbe quindi stato lo stesso se avesse fatto basket o tennis, mi sarebbe piaciuto di più, anche se poi ho capito la sua passione e quindi sono diventata la sua prima tifosa”.

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