Gilberto Giudici, di Monasterolo del Castello, è responsabile dello SMI “Il Piccolo Principe” di Albano Sant’Alessandro, una realtà molto attiva a cui si rivolgono le numerose persone afflitte da una dipendenza, dall’alcol alla droga, fino al gioco d’azzardo.
“Più che di ludopatia, parlerei di ‘gioco d’azzardo patologico’, che è qualcosa di diverso dal semplice ‘vizio’ per il gioco. È una ‘malattia’ a tutti gli effetti che travolge le persone e purtroppo anche i loro affetti. Purtroppo, quello del gioco d’azzardo patologico è un fenomeno in costante crescita, soprattutto sul versante del gioco online. È un fenomeno di cui ci si accorge quando una persona si indebita a causa del gioco o, addirittura, perde la casa. Vorrei sottolineare un aspetto: il giocatore patologico non è interessato alla vincita, ma il suo solo interesse è giocare. Uno che giocava sempre alle macchinette mi ha detto che una volta gli era capitato di vincere subito. Invece di essere felice era deluso, proprio perchè, più che alla vincita, a lui interessava giocare”.
Ci sono fasce sociali o fasce d’età più colpite? “Il gioco d’azzardo patologico è democratico, perché colpisce tutte le fasce sociali: gente in difficoltà economica e imprenditori, giovani e anziani, donne e uomini. Poi, magari, i giovani sono più orientati su giochi e scommesse legate allo sport, mentre le signore prediligono il gratta e vinci. Però, in ogni caso, si tratta di un fenomeno sociale che è ancora sottovalutato, ma che rappresenta una vera piaga”.
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