CLUSONE – La grande Mostra su Clara Maffei ma… il ritratto non è di Hayez

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    A Clusone, al Museo Arte Tempo, è arrivata la grande Mostra su Clara Maffei ma… il ritratto non è di Hayez.

    (Dal numero del 21 giugno 2024) Un pasticciaccio. Di quelli che forse bastava davvero poco per evitarlo. Però ormai è andata così. In questi giorni i riflettori culturali di Clusone e della valle sono puntati sulla mostra dedicata a Clara Maffei nella città baradella ‘Un’amica a tutta prova’, Mostra molto interessante e di pregio, che si tiene dall’8 giugno al 13 ottobre al Mat, Museo Arte Tempo, organizzata dal Comune di Clusone e dal Comitato Clara Maffei. Ma nel comunicato stampa diffuso un po’ ovunque nell’occhiello di apertura si legge: “La mostra documentaristica dedicata all’eroina risorgimentale, importante la selezione di opere esposte, tra cui un ritratto di Hayez”. Nel comunicato poi si legge tra l’altro: “Tra le opere esposte si potranno ammirare testimonianze preziose che, insieme ad uno straordinario ritratto di Francesco Hayez restituiscono un’atmosfera tra romanticismo e lotte risorgimentali, tra attualità della figura storica e necessità di reinterpretare la nostra identità di italiani” e la frase ‘straordinario ritratto di Francesco Hayez’ è scritta in grassetto per sottolineare l’importanza del quadro. Quadro ripreso poi anche sui media locali con tanto di foto e autore. Insomma, un tam tam artistico e mediatico importante. Già, ma c’è un particolare, non di poco conto, il quadro esposto a Clusone non è del grande pittore Francesco Hayez, e bastava davvero poco per accorgersene, almeno se si è addetti ai lavori. In redazione nei giorni scorsi ci ha contattato un critico d’arte, Emanuele Motta che è venuto in redazione e ha portato documenti e quant’altro che certificano il falso d’autore, che poi tanto d’autore non è nemmeno. E così siamo andati a fare una veloce ricerca, anche su google e sul catalogo ufficiale delle opere di Hayez, e subito troviamo che il ritratto originale di Clara Maffei ad opera del pittore Francesco Hayez si trova a Riva del Garda e non è certo quello, Andiamo quindi direttamente a cercare nel catalogo ufficiale delle opere di Hayez, alla voce ‘Ritratto di Clara Maffei’ compare la foto del quadro, che non è certo quella del quadro esposto a Clusone e la seguente spiegazione, con una pesante stoccata al falso esposto alla Mostra: “… Esposizione: Riva del Garda – si legge nel catalogo ufficiale – è rimasto per lungo tempo poco noto per i passaggi di proprietà e la sfortuna espositiva, ma anche perché è stato confuso con un mediocre ritratto, in collezione privata a Clusone, attribuito indebitamente ad Hayez da Nicodemi (1862, ‘p.261) e dal Coradeschi (1971, p.105 n.309 fig.) Anche per la consuetudine con la ritrattata, tanto che venne posto dal Barbiera fra i frequentatori più assidui ed ascoltati nella sua rievocazione del famoso salotto, è uno dei ritratti più sentiti di Hayez, che di Clara sembra aver voluto fermare, più che l’icone della vestale della mondanità milanese, le qualità dell’intellettuale e le passioni della donna, interpretandone la nobilissima fisionomia nel taglio ironico della bocca, piegata in un accenno di sorriso. Così l’acconciatura e l’abito, lasciato da parte ogni intento descrittivo, diventano da un lato, eloquente sottolineatura della personalità, della snobistica e sapiente trascuratezza dell’effigiata, e dall’altro stupendi brani di pittura. Fragrante esempio di una fluidità materica, di un’elegante rapidità di stesura, inconsuete nella costruzione e della definizione generalmente molto meditate della ritrattistica Hayeziana. La contessa dovette certamente riconoscersi nel mirabile equilibrio mimetico di questo ritratto, che ebbe cosi caro da volerlo legare, nel testamento del 1884, al marito da cui ormai da molto tempo divisa; trasferendo poi il beneficio (con un proscritto del 1886, successivo alla morte di Andrea) all’amico comune, il rivano Vincenzo De Lutti, cui era andato il resto della collezione di Maffei (Di Ascoli, 1974)”. Che poi non è nemmeno una copia, la posizione è diversa, così come tutto il resto, qui pubblichiamo i due quadri, Emanuele Motta va giù duro: “Nel falso mancano le luminescenti trasparenze che emanano le vesti scure della persona ritratta, quando un vero artista tramuta una triste visione del nero, in un malinconico ma pur sempre vivo colore che sa produrre accattivanti sensazioni. Si tratta di un dipinto eseguito da un’artista della prima metà dell’800. Niente di più”. Già, niente di più.