CONSIGLI COMUNALI DIMEZZATI Com’erano e come saranno nel 2012

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    NEMBRO: Sindaco più 16 consiglieri

    (di cui 5 di minoranza). Massimo 5 assessori

    Escluso dalla seconda riduzione di consiglieri in quanto Comune superiore ai 10 mila abitanti, anche Nembro è stato però interessato dalla prima riduzione, quella del 2010. Per cui il Consiglio comunale, composto attualmente da 20 consiglieri (di cui 7 di minoranza) più il Sindaco, sarà ridotto a 16 consiglieri (11 di maggioranza e 5 di minoranza) più il sindaco. Una riduzione che è meno pesante che nei Comuni più piccoli e consente comunque al Sindaco eletto di avere un margine di sicurezza per la sua maggioranza (nei Comuni con numeri ridotti bastano due consiglieri a far saltare l’amministrazione). Ma certamente riduce il dibattito e la partecipazione e riduce anche gli spazi della minoranza e la possibilità stessa di entrare in Consiglio in presenza di un folto numero di liste. Si riduce anche il numero degli assessori, sia pure di una sola unità (da 6 a 5). Semaforo verde: il centro storico è sistemato da tempo, le frazioni anche, i servizi non mancano, il Modernissimo è stato messo apposto e funziona e Bergamo non è poi così lontana. Nembro è così uno dei pochi paesi vicini al capoluogo che non è considerato un paese-dormitorio. Merito della sua storia ma anche delle frazioni che si allungano lungo la collina e permettono di circondare con verde e cascinali la zona. Semaforo rosso: il punto dolente si chiama occupazione e centri commerciali, la vicenda Honegger che riguarda Albino ma anche Nembro è stato un pasticciaccio che ha coinvolto anche l’amministrazione del paese e le polemiche sono in aumento. C’è malumore per come è stata gestita la vicenda e la questione si sta ingarbugliando ancora di più. E il problema occupazionale incombe sulla cittadina come su tutta la valle

    VILLONGO: Sindaco più 10 consiglieri (di cui 3 di minoranza) e 4 assessori

    Drastica riduzione per il Consiglio comunale di Villongo. Secondo la nuova legge i consiglieri attuali (16 più il Sindaco) si ridurranno a 10 più il Sindaco. Ma il Sindaco avrà dalla sua parte “solo” 7 consiglieri e dunque saranno 3 i consiglieri di minoranza (attualmente erano 5). Anche gli assessori devono essere ridotti di numero, solo 4. Il rischio anche a Villongo come in altri paesi è di avere ai nastri di partenza “troppe” liste con la conseguenza che alcune di queste rischiano di non piazzare in Consiglio neppure il candidato a sindaco, essendoci solo tre posti da occupare. Semaforo verde: ogni anno aumenta il numero di abitanti, scelto per la posizione, vicino comunque al lago ma anche alle colline con prezzi abbordabili. Due centri storici in espansione, San Filastro e Sant’Alessandro, due parrocchie (un solo parroco però, da poco) e due vecchi borghi che sono una risorsa e un polmone sociale e storico importante. Una zona industriale che tutto sommato tiene. Insomma, Villongo nel bel mezzo della crisi si mantiene egregiamente a galla, alla faccia della vicina ‘capitale’ Sarnico. Semaforo rosso: troppe zone diverse, paese ‘allungato’ con nuove realtà urbane che hanno creato piccole località una diversa dall’altra, non c’è una vera e propria unione. Immigrazione in forte aumento che ha creato gruppi di etnie diverse che non si sono ancora amalgamate fra loro. Paese sflacciato e allungato, bisogna cercare di riportarlo ad un centro di gravità permanente… che faccia da riferimento per tutti.

    GANDINO: Sindaco più 10 consiglieri (di cui 3 di minoranza) e 4 assessori

    Nel 2007 assieme al Sindaco Gustavo Maccari erano stati eletti 16 consiglieri comunali (di cui 5 di minoranza). Con la nuova legge il Consiglio comunale scende drasticamente a 10 consiglieri (di cui 3 di minoranza) più il Sindaco. Anche la nomina degli assessori ha un “tetto”, devono essere al massimo 4. Spazi ridotti per tutti, maggiore rischio per il sindaco eletto che avrà a disposizione non più una pattuglia di 11 consiglieri fedeli, ma solo di 7 a fronte di una minoranza composta da soli 3 consiglieri. Ma gli spostamenti, con la riduzione dei numeri, diventano più rischiosi per la tenuta della maggioranza. A Gandino, a differenza di altri Comuni, non si prospetta un forilegio di liste, quindi entrare in Consiglio per i perdenti non sarà un problema, anche a gruppo ridotto (da 5 a 3). Semaforo verde: è diventata la capitale della Media Valle Seriana sostituendosi a Leffe. Ha rivalutato un centro storico di prestigio che attira turisti e residenti che va comunque potenziato ancora. Fuori dal centro abitato ha territori notevoli e di importanza storica come la Malga Lunga e la Val Piana che possono essere sfruttati in più modi. Insomma un tessuto storico e ambientale importante che può essere una grossa risorsa per il futuro di Gandino. Semaforo rosso: la zona industriale fa acqua e le ditte stanno sparendo, non sembrano esserci soluzioni immediate all’orizzonte e il problema occupazione è sempre più importante. C’è poi la questione del Monte Farno con la relativa gestione che rimane sempre un punto interrogativo che aspetta di essere risolto.

    LEFFE: Sindaco più 7 consiglieri (di cui 2 di minoranza) e 3 assessori

    Sfondata al ribasso quota 5 mila abitanti, Leffe viene penalizzata, rispetto a Gandino, di 3 consiglieri. Un consiglio comunale “ristretto”, erano infatti ben 16 (di cui 5 di minoranza) i consiglieri comunali eletti nelle elezioni del 2007 più il sindaco. Adesso il Consiglio comunale viene dimezzato. Quasi una metafora di quanto sta succedendo nell’ex capitale dei “copertini”, dove la coperta si è fatta davvero corta anche nella stessa istituzione comunale. Anche a Leffe quindi il rischio per il sindaco eletto è che sia più facile metterlo in… minoranza durante il suo mandato, visto l’esiguo numero dei “suoi” consiglieri. Gli assessori si riducono di una unità, da 4 a 3. Semaforo verde: le famiglie storiche, i Radici prima di tutto e su tutti Luciana Radici sono ancora a Leffe e sentono Leffe come casa propria, una risorsa economica e sociale importantissima per un paese che da troppo tempo annaspa. Il centro storico è comunque una risorsa che bisogna rivalutare cercando di riportare le giovani coppie e le famiglie a vivere con interventi magari di urbanistica residenziale a prezzi contenuti frenando così l’emorragia di abitanti che da tempo ha portato Leffe sotto i 5000 abitanti. Semaforo rosso: la crisi ha colpito tutti ma in modo particolare Leffe, che sino a qualche anno fa era la capitale indiscussa del tessile, e negli anni ’60 era addirittura salita al primo posto come reddito individuale in Europa, un primato che sa di lontanissimo ormai. La situazione attuale è drammatica, ditte chiuse o che boccheggiano e gente che se ne va. La zona industriale assomiglia sempre più a un cimitero degli elefanti. La mancanza di diversificazione ha portato a una crisi senza precedenti, tutti o quasi gli imprenditori di Leffe lavoravano o lavorano nel tessile e senza sbocchi alternativi si muore.

    SOLTO COLLINA: Sindaco più 6 consiglieri (di cui 2 di minoranza) e 2 assessori

    I cittadini di Solto Collina hanno votato nel 2009. Vanno di nuovo al voto perché la maggioranza si è sfasciata, non quindi per scadenza naturale (5 anni). Solo che, votando nel 2009, non erano ancora entrate in vigore le norme che riducevano il numero dei consiglieri comunali. Quindi a Solto fu eletto un Consiglio comunale che aveva 12 consiglieri più il sindaco. In questa tornata elettorale il Consiglio comunale si dimezza, solo 6 consiglieri più il Sindaco, ma di quei 6, due saranno di minoranza. Quindi il Sindaco eletto si porterà in Consiglio “solo” 4 consiglieri. Le preferenze saranno determinanti per indicare chi andrà ad affiancare il Sindaco. Siccome l’elettorato solitamente è restio a fare la preferenza (una sola della lista del sindaco che si vuole eleggere), per paura di sbagliare e veder annullata la scheda, saranno i più “scafati” a determinare gli eletti. Ma il proliferare delle liste in prospettiva non darà diritto a tutte le minoranze di essere rappresentate (solo due posti a sedere). Anche per questo motivo c’è in corso un dibattito sotterraneo con ipotesi di “fusioni” tra liste, proprio per scongiurare il pericolo non solo di non vincere, ma nemmeno di entrare in Consiglio comunale. Anche il numero degli assessori si riduce a 2. Semaforo verde: la Collina è considerata una delle risorse ambientali e turistiche più belle dell’intera provincia e il borgo storico di Solto Collina è in una posizione invidiabile, a ridosso della collina ma con vista sul lago. Il paese poi sale lungo la frazione di Esmate che è uno dei polmoni verdi più suggestivi della zona. Semaforo rosso: l’edificazione selvaggia ha provocato uno snaturamento della Collina, moltissime le villette con scritto vendesi o affittasi edificate senza tenere conto probabilmente della qualità per cercare di piazzarle anche a poco prezzo. La conseguenza è stata un’edificazione senza una logica urbanistica con sbreghi nella collina a ridosso del lago che danno un impatto visito pesante. Sul fronte amministrativo poi il paese è completamente spaccato, insulti e letteracce si succedono ormai da mesi e per un paese di soli 1744 abitanti sono fratture che rischiano di trascinarsi per anni.

    PARZANICA: verso una gestione podestarile. Sindaco senza Giunta e sei consiglieri

    Parzanica è andata l’ultima volta al voto il 15-16 maggio 2011. Fu eletto sindaco Giancarlo Bonomelli che restò in carica però solo un giorno e mezzo. Si era gravemente ammalato durante la campagna elettorale, una malattia fulminante. La nuova amministrazione quindi non entrò neppure in funzione e il Comune fu commissariato. Lo scorso anno il Consiglio comunale era composto da 9 consiglieri (tre di minoranza) più il sindaco. Quest’anno subisce una decurtazione di altri 3 consiglieri. Quindi il Consiglio comunale di Parzanica sarà composto da 6 consiglieri comunali (2 di minoranza) più il Sindaco. E non avrà la Giunta. E nessun consigliere avrà diritto al gettone di presenza. Le cui funzioni saranno tutte affidate al Sindaco e al Vicesindaco, con la concessione di una delega a un consigliere (non un assessorato), aspettando l’entrata in vigore della legge sull’accorpamento dei servizi e la definizione delle Unioni dei Comuni, riguardanti quelli inferiori ai 1000 abitanti, termine prorogato al 17 settembre 2012. Sempre che nel frattempo non intervengano altri cambiamenti, di cui si sta discutendo. Praticamente Parzanica nel frattempo sarà amministrata da un Sindaco-Podestà con una maggioranza molto risicata (4 contro 2). Semaforo verde: lassù in cima alla collina che diventa montagna. Una posizione invidiabile che potrebbe far diventare risorsa un handicap viabilistico e logistico. Industrie zero ma case e seconde case che tengono botta, borgo storico che è sempre stato mantenuto bene e possibilità di sviluppo di un turismo diverso, quello toccata e fuga che va tanto di moda adesso, vista la crisi. Semaforo rosso: isolata da tutto e da tutti, con una situazione viabilistica difficile. Edilizia che si è arrampicata sino all’impossibile e che adesso annaspa. L’industria non c’è e il pericolo è sempre quello, lo spopolamento dei giovani, sempre meno, che decidono di trasferirsi dove le possibilità sono maggiori. La scommessa è proprio questa: dare un motivo a chi ha meno di 30 anni di rimanere qui

    I NUOVI PODESTÀ RISCHIANO L’IMPEACHMENT

    (p.b.) Per essere gentile e non sbracare uno, in casi come questo, si limita a chiedersi solo se quelli che fanno certe leggi sanno quello che si fanno. Dopo la “porcata” del sistema elettorale nazionale, l’ex ministro Calderoli si era messo in testa di tagliare gli sprechi nella pubblica amministrazione. Naturalmente si è ben guardato dal cominciare dall’alto, è andato a toccare il nucleo più sano, quello che evidentemente non conosceva se non per sentito dire. E questo dimostra come non sia campata in aria la teoria che sostiene che un parlamentare non dovrebbe poter essere eletto se non ha fatto almeno un mandato da sindaco. Ridurre il numero dei consiglieri comunali non è solo inutile ai fni del taglio della spesa (18 euro di gettone di presenza per quattro-cinque sedute annuali), ma è anche sciocco dal punto di vista dell’intento che ci stava dietro, quello di podestarilizzare i Comuni stessi, un uomo solo al comando, basta con tutti quei consiglieri che hanno da ridire e poi alzano la mano per bocciarti le tue decisioni. Tutto nasce nel 1993, quando si decide di cambiare il sistema di elezione del sindaco e qui Calderoli non c’entra. Allora si intendeva sperimentare dal basso un sistema che sarebbe poi risalito verso l’alto. Comuni e Province erano le cavie di un sistema decisionale più snello. L’elezione diretta comportava anche la forte personalizzazione di chi decideva, appunto il Sindaco. Che poi era nella concezione dei cittadini che il Sindaco potesse decidere su tutto, quindi si trattava di sancire un dato di fatto. Col cavolo. Perché con le leggi Bassanini si è subito ricorso a dei contrappesi che si sono rivelati prima offensivi e poi devastanti: l’istituzione dei “responsabili di servizio”. Alla gente questa definizione può anche voler dire nulla, invece per i servizi comunali è tutto. In pratica veniva tolta agli amministratori eletti la gestione delle decisioni prese in Giunta o in Consiglio comunale. La filosofa era questa: il Sindaco, attraverso la Giunta e il Consiglio, decide ad es. di costruire una scuola nuova. Fa la delibera stanziando i soldi in bilancio. Da quel momento tutta la pratica passa in mano al “responsabile di servizio” che fa i bandi per l’incarico di progettazione e l’appalto, segue o fa seguire i lavori e delibera (lui o il suo collega) i pagamenti. Un lontano giorno di non so più quanti anni fa chiesi direttamente al Ministro Bassanini: “Metta il caso che un responsabile di servizio voglia, per un qualsiasi screzio, farla pagare al sindaco. Rallenterà le procedure riuscendo magari a vanifcare le promesse elettorali”. Il ministro mi rispose: “Lei come sindaco può cambiare il responsabile di servizio”. Gli risi in faccia: “Lei non ha idea di come funziona un Comune, non dico piccolo, ma medio: quando hai 4-5 dipendenti sei già fortunato. Come faccio a cambiare responsabile di servizio se non ho alternative?”. Non mi rispose perché non aveva la soluzione. Il mio esempio era un caso limite, ma passai alla seconda domanda: “Visto che lei sta dicendo che con questo sistema gli amministratori non toccano i… soldi e quindi sono soggetti a meno tentazioni, mi spieghi perché mai un responsabile di servizio dovrebbe essere più onesto di un sindaco eletto, controllato e semmai poi bocciato dai suoi compaesani”. Fatto sta che le cose stanno ancora così. In più i sindaci nel frattempo sono stati espropriati del settore sanità. Prima facevano parte del controllo delle allora USSL, che sono diventate “aziende” e sono in mano alla Regione. Insomma i sindaci eletti direttamente e apparentemente rafforzati, si sono visti tolti i poteri. Ma adesso si completa l’opera. Con la tesoreria unica (i soldi del Comune vanno sul conto corrente dello Stato), l’Imu che va per metà allo Stato, i trasferimenti dallo Stato che si azzerano, si vedono ridotti anche i consigli comunali. Direte, beh, cosa c’entra? Provate a chiederlo a qualsiasi sindaco. Si parte con un gruppo di consiglieri fedeli ma poi si vede sempre più spesso che le ambizioni degli stessi crescono, arrivando a staccarsi dalla maggioranza che li ha candidati e fatti eleggere, passando all’opposizione. Quando i numeri sono alti, il rischio è ridotto. Ma se i numeri si dimezzano, il rischio raddoppia, bastano due o tre consiglieri che si accordano e la frittata è fatta. Quindi non solo non si risparmia nulla in termini economici, ma si rischia di spendere molto (quando salta un’amministrazione le elezioni costano e molto). I nuovi Podestà rischiano l’impeachment molto più di prima.