LOREDANA BERTE’ RACCONTA JANIS JOPLIN, MORTA IL 4 OTTOBRE  1970 

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    Archivio – 7 Ottobre 2005

    LOREDANA BERTE’ RACCONTA JANIS JOPLIN, MORTA IL 4 OTTOBRE  1970 

    “Il giorno che venne eletta ‘il ragazzo più brutto del college’, Janis Joplin decise che gliela avrebbe fatta pagare”

    Loredana Bertè

    Aristea Canini

    Il Southern Confort mi ha insegnato a berlo lei. Già, Janis Joplin, la voce più bella che il blues abbia mai avuto, Janis si scolava intere bottiglie di bourbon Southern Confort sul palco per darsi coraggio, troppo timida, la sua sicurezza era il bourbon, tanto che la società che produce il bourbon le offrì un contratto per… pubblicità inconsapevole. Il 4 ottobre sono 35 anni che Janis è morta. Io da pischella mi guardavo in tv vecchi filmati e la vedevo trangugiare Southern Confort, cominciai a cercarlo nei bar e nei supermercati, Janis è ancora un grosso veicolo commerciale. Loredana Bertè

    LOREDANA BERTE’ RACCONTA JANIS JOPLIN, MORTA IL 4 OTTOBRE  1970 “Il giorno che venne eletta ‘il ragazzo più brutto del college’, 
Janis Joplin decise che gliela avrebbe fatta pagare”
    Janis Joplin

    La Janis Joplin italiana ha un nome e un cognome, Loredana Bertè, voce roca, timida quanto basta per essere scambiata per arrogante. 55 anni appena compiuti (il 20 settembre) e un ritorno alla grande con un album che è in testa alle classifiche di vendita. Tredici canzoni che prima di passare per la musica sbancano con la sua voce e con i testi, un pezzo si chiama “Mercedes Benz” titolo uguale a quello di una celebre canzone di Janis Joplin. E a raccontare Janis Joplin non poteva che essere Loredana Bertè, in attesa di dedicarle un ritratto in un’altra sezione del giornale proviamo a raccontare due donne simili e diverse proprio nelle settimane in cui le radio ricordano Janis e lanciano il nuovo album di Loredana Bertè: “Io le canzoni del nuovo album me le sono pagate una a una, il disco l’ho scritto e prodotto io. Tredici canzoni, tredici figli da sfamare. E senza l’ausilio del digitale: ho preteso che tutto venisse suonato e cantato come si faceva una volta. Ho mandato al diavolo i pigri cialtroni che pretendono di registrare col Pro Tools, un pezzettino alla volta. Qua si fa come dico io, ho detto. Loredana Bertè

    LOREDANA BERTE’ RACCONTA JANIS JOPLIN, MORTA IL 4 OTTOBRE  1970 
“Il giorno che venne eletta ‘il ragazzo più brutto del college’, 
Janis Joplin decise che gliela avrebbe fatta pagare”

    Si suona una canzone dall’inizio alla fine. E loro lì a guardarmi come se fossi una bestia rara, perché lo so, ormai non si fa più così. Ma con il digitale di merda l’immediatezza, la grinta, la voglia e la rabbia che vuoi metterci dentro, vanno a farsi fottere”. 

    Lei ci canta dentro il buio che ha conosciuto e questa nuova voglia che le è venuta di ricominciare: Sola come un cane, Notti senza luna, Io ballo sola, Sto male, Non mi pento. E qualche brano regalato dagli amici: Deliri a 45 giri di Renato Zero, Una storia sbagliata di De André, arrivata attraverso una premurosa Dori Ghezzi, e I ragazzi italiani, firmata da Dalla, De Gregori e Ron. Di quel canto strozzato e della feroce drammaticità di tante spietate trasmissioni televisive che le hanno solo fatto più male, qui non c’è traccia. Il disco si chiama BabyBertè e ha numerose dediche perché quando si rinasce sono doverose. 

    La dedica alla piccola grande donna di “E non finisce mica il cielo” non è l’unica dell’album: tra “Notti senza luna” per Baudelaire e “Mercedes Benz” per Janis Joplin si nasconde “Joe” per l’amico fragile Fabrizio De Andrè che amava i pettirossi da combattimento come Loredana. Ma andiamo all’inizio. Proviamo a far raccontare Janis a Loredana.  

    “Il giorno che venne eletta ‘il ragazzo più brutto del college’, Janis Joplin decise che gliela avrebbe fatta pagare. A tutti. Ma non era certo un tipo vendicativo e l’unica soluzione che riuscì a trovare fu quella di scappare e di abbandonare l’università”,  Loredana la storia di Janis la conosce a memoria, alcuni racconti inediti trovati fra amici musicisti e il resto imparato ascoltando la sua musica: “Era la metà degli anni Sessanta. Janis se ne andò a San Francisco, la città dei figli dei fiori, della musica folk e della droga facile. Aveva poco più di 20 anni e si buttò in quell’atmosfera, senza la zavorra della famiglia. A Porth Arthur, la cittadina del Texas dove era nata, la vita era grigia e monotona e Janis Joplin era considerata una pazza, una ragazza da evitare, lei, ragazza bianca, aveva solo amici di colore e in paese non digerivano la cosa. Anticonformista convinta faceva di tutto per alimentare la propria fama di ribelle. Infagottata in larghi maglioni, i lunghi capelli crespi sempre spettinati, Janis voleva essere accettata per ciò che era, senza scendere a nessun compromesso con i benpensanti di Porth Arthur. Sapeva di non poter contare sulla bellezza per fare colpo, e anzi, si sentiva proprio brutta.  Ma dentro di sé sentiva un grande bisogno di piacere a tutti. A San Francisco cercò un lavoro, ma non era certo un’ impiegata modello e l’esperienza non durò che poche settimane. La sera, andava nei locali frequentati da beatniks, i giovani ‘beat’, beveva whisky come un uomo e giocava a biliardo, mi ricorda qualcuno… Cominciò a frequentare il giro degli artisti e a fare i primi timidi tentativi per entrare in una band musicale. Era convinta di avere talento, nelle interviste che rilasciò quando cominciò a essere famosa, testa bassa e timida dichiarava però sempre: ‘Qualsiasi cosa decida di fare, dovrò essere la migliore, se no, meglio lasciar perdere’”. 

    Nei localini fuori mano di San Francisco Janis cominciò ad esibirsi da sola o accompagnata da un chitarrista e la sua popolarità per quanto solo nel giro dei ‘beat bar’ crebbe sempre di più. Timida e impacciata nella vita, sul palcoscenico Janis si trasformava, merito anche del bourbon che trangugiava come acqua. Nel mondo notturno dei beat era facile cominciare anche con le droghe, prima hashish poi il resto. Passare dal ‘fumo’ all’Lsd e all’eroina fu facile. Una sera, in preda alle allucinazioni, Janis fece un brutto incidente in moto e qualche giorno dopo all’uscita di un bar venne assalita da un gruppo di ragazzi drogati che la picchiarono selvaggiamente. Ma a casa Janis scrisse che tutto andava nel migliore dei modi e che la sua carriera di cantante cominciava a decollare: “Janis invece mangiava regolarmente alla mensa dell’Esercito della Salvezza e una volta tentò addirittura di farsi ricoverare in ospedale per avere pasti assicurati. Loredana Bertè

    Nell’estate del 1965, Janis stanca di droga e da un amore che la stava distruggendo decise di tornare a casa, a Porth Arthur. Il ragazzo che amava e che voleva sposare era uno spacciatore che conviveva con due ragazze, una delle quali in attesa di un figlio. Quest’uomo aveva ridotto Janis a un vegetale: nel giro di pochi mesi, la florida ragazzona dalla voce profonda era diventata un’eroinomane, completamente fuori di testa e magrissima. A casa, Janis fece di tutto per nascondere il suo stato e ci riuscì. Janis provò a essere quello che non era mai stata, una normale e borghese ragazza perbene. Modificò il suo modo di vestire, raccolse i capelli in un austero chignon e partecipò alle noiose feste tra coetanei, sforzandosi di divertirsi. Come sempre Janis riuscì benissimo a mimetizzare per la gente il suo stato. Ma appena riprese le forze lasciò di nuovo Porth Arthur e si trasferì a Austin per unirsi a un complesso rock. Girava droga ma Janis decise di starsene fuori. Per tenersene lontana, cercò un passatempo, prese a intrecciare il cuoio facendo diventare quest’attività una vera e propria mania, arrivò a realizzare una gigantesca tenda larga più di due metri”.  

    La svolta della sua carriera avvenne quando incontrò il gruppo dei Big Brothers. Con loro si esibì la prima volta al Teatro Anderson di New York, la sera del 17 febbraio 1968. Fu un successo strepitoso e i giornali scrissero che era nata una stella. Sul palcoscenico Janis si trasformava: si dimenava e si contorceva, inarcava sensualmente il corpo, trasmettendo al pubblico la sua forte carica erotica. Tutti impazzivano per lei e Janis, la goffa e poco attraente ragazzona texana, si ritrovò all’improvviso al centro dell’attenzione della critica e anche degli uomini. Chiunque si avvicinasse e si dimostrasse romantico e sensibile, poteva godere dei favori di Janis, maschio o femmina che fosse. Ma se la rockstar veniva delusa erano guai, perché Janis non sopportava i tradimenti: “Sì. So che un giorno prese anche a pugni Jim Morrison, per il semplice motivo che non aveva apprezzato le sue prestazioni sessuali. Nelle interviste non dimenticava mai di aver avuto innumerevoli amanti di entrambi i sessi. La realtà, invece, era che Janis aveva un disperato bisogno d’amore e l’unico mezzo che conosceva per procurarselo era fare l’amore. Quando Janis decise di lasciare i Big Brothers, il gruppo che l’aveva portata al successo, i giornali le diedero della pazza. Ma ormai Janis voleva farcela da sola e sapeva che per mandare in visibilio la folla che si ammassava ai suoi concerti, bastava la sua voce e quel suo particolare modo di cantare, caldo e roco, con gemiti, esplosioni vocali e ritmi frenetici”. E infatti, il fenomeno Janis Joplin esplose con l’uscita del suo primo album, Cheap Trills, nel 1968 e si confermò l’anno seguente con Kozmic Blues. All’apice della carriera, Janis dichiarò: “Quando sono sul palcoscenico è come se facessi l’amore con 25 mila persone diverse. Ma poi torno a casa e sono sola”. Per dimenticare la solitudine e le delusioni amorose, per resistere alla vita sbandata che conduceva e dare il  meglio di sé durante i concerti, Janis ricominciò a usare eroina  e a scolarsi intere bottiglie di Southern Confort, al punto che la sua immagine era talmente legata a quel prodotto che la casa produttrice del bourbon decise di pagarla come sponsor. Janis era messa male, anche il suo entourage cominciò a evitarla e rilasciavano interviste dove distruggevano Janis ma in sua presenza nessuno osava contraddirla, perché i suoi scoppi d’ira erano incontrollabili. “Nel settembre 1970 morì per overdose il suo amico Jimi Hendrix, Janis disse: ‘Jimi mi ha fregata ancora una volta sul tempo. Se dovessi fare la stessa fine non potrò avere una giusta pubblicità: due rockstar morte in pochi giorni…’. Janis era così, distaccata e coinvolta sempre in tutto ma ormai sull’orlo del burrone”.  La droga l’aveva distrutta e i suoi ultimi concerti erano veri e propri deliri. Il pubblico era ancora entusiasta ma era uno straccio, gonfia e devastata. E proprio in quel momento difficile incontrò l’amore: “Quello che capita una sola volta. Lui Seth Morgan era un ragazzo di buona famiglia, laureato a Berkeley e voleva fare di Janis una signora. Il miracolo era pronto per essere confezionato: abbandonò alcool e droga, per quanto le fu possibile decise di pettinarsi, si mise a dieta e andò persino in un istituto di bellezza per abbronzarsi ed essere bella per Seth”. Era il primo di ottobre del 1970. Il giorno 3 Janis firmò l’accordo prematrimoniale, chiamò sua madre per darle la notizia. Il giorno 4 nella stanza in cui alloggiava, al Landmark Hotel di Hollywood, il corpo di Janis Joplin fu trovato senza vita, accanto a una bottiglia di whisky… naturalmente Southern Confort. Loredana Bertè

    Janis aveva 27 anni, sono passati 35 anni, Janis continua a cantare sulle radio di tutto il mondo… sono passati 7 anni e Loredana ritorna a cantare sulle radio di tutta Italia. 

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