NON C’è Più FUTURO COME UNA VOLTA

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    Studiare all’Università? Un salasso?

    Alberto va all’università degli studi di Milano, facoltà di biotecnologia medica, è dell’Alto Sebino, papà operaio, madre casalinga. “Ma se capita qualche lavoro in nero lo fa anche”, una sorella alle scuole medie, classe 1986, in regola con gli esami, un po’ meno con il conto in banca: “Perché studiare oggi è un salasso”. E allora facciamo quattro conti in tasca a Alberto: “Pago 915 euro di tassa universitaria annuale, lo scorso anno ho pagato meno perché avevo una media voti alta. Quest’anno per riuscire a dare tutti gli esami previsti ho accettato anche qualche voto basso e quindi niente sconti”. Libri: “Ne ho appena comprato uno che costa 106 euro ma è il più caro. Comunque per i testi si devono sborsare circa 700-800 euro”. Niente fotocopie? “La fregatura è che adesso quando ti presenti all’esame vogliono vedere il testo ‘vero’, non fotocopiato, altrimenti rischi che nemmeno ti fanno sostenere l’esame. Ho comprato un libro di seconda mano lo scorso anno ma alla fi ne mancavano gli aggiornamenti necessari che avevano inserito nel testo d’esame e così sono rimasto fregato. Lo fanno apposta”. E veniamo alla botta grossa: “L’appartamento. Per chi arriva da lontano non ci sono alternative: obbligo di frequenza e i corsi non ammettono pendolarismo. E lì scatta il salasso. Ho girato mesi tra bacheche e amicizie, ho visitato appartamenti di tutti i tipi, dove c’erano studenti ammassati in ogni posto, ho visto subaffitti incredibili. Perfino gente che si è fatta assegnare case popolari perché disoccupata e poi subaffitta a prezzi leggermente più bassi rispetto a quella degli altri appartamenti. Io ho avuto una proposta da un uomo che mi voleva subaffi ttare un alloggio popolare che gli aveva assegnato il Comune perché disoccupato e dove lui pagava poco o niente all’anno, lui voleva subaffittarmelo a me e ad altri 3 ragazzi a 280 euro al mese a testa. Furbo no? I miei amici volevano dire di sì, mi hanno detto ‘chissenefrega, almeno paghiamo comunque di meno che dalle altre parti’, ma io preferisco pagare di più e non accettare queste truffe”. E così Alberto si mette a girare dappertutto: “Alla fi ne un bilocale io e un mio amico, 420 euro al mese a testa in zona Piola, verso Lambrate, a poche centinaia di metri dall’università”. E poi c’è la mensa: “Circa 180 euro al mese”. Quindi oltre allo studio meglio inventarsi altro: “Mica posso prosciugare il conto ai miei, anche perché fra qualche anno toccherà a mia sorella, se tutto va bene. Quindi mi invento quello che riesco, lavoro in un bar alcune ore al giorno alla periferia di Milano e poi tengo d’occhio le bacheche, se c’è da distribuire volantini o consegnare free press ci vado al volo, i conti bisogna farli tornare. L’università rischia di diventare per pochi? Ma è già da qualche anno che è così e i penalizzati siamo noi che arriviamo da fuori e che dobbiamo pagarci tutto”.