I costi della politica già non andavano giù quando si stava (quasi) bene, fgurarsi adesso che mezza Italia boccheggia, e non solo per il caldo, con l’acqua (non quella salata del mare) alla gola. Così mentre i dati sulle vacanze raccontano di percentuali bulgare per chi quest’anno starà a casa, causa forza maggiore, pochi soldi, sull’altro fronte tornano alla ribalta le spese della politica. Complice il rapporto pubblicato da Il Sole 24 Ore, cifre da capogiro che scaldano gli animi più del solleone. E intanto la gente annaspa fra cassa integrazione, precariato e comincia ad essere in diffcoltà perfno… sui Cre, i campi ricreativi estivi delle parrocchie, che costano, e a costare sono le gite e gli extra che molte famiglie faticano a sostenere ma per non ‘isolare’ i fgli dagli altri continuano a iscriverli ugualmente a spese magari di una serata in pizzeria assieme a tutta la famiglia. Cambiano le estati, cambiano gli stili di vita. E dal piccolo centro alla grande città i problemi si fanno sempre più uguali. Pubblichiamo in queste pagine anche la lettera di un operaio della Dalmine che se la ‘prende’ con i propri amministratori di paese, il cui sindaco percepisce 2700 euro lordi, e chiede che l’esempio cominci a nascere dal basso. Insomma la gente comincia ad alzare la voce e intanto ogni anno la politica italiana costa 23 miliardi di euro, mica delle vecchie lire, macchè, di euro, che sono tanti, tantissimi, sicuramente troppi. Sono le spese sostenute da Camera e Senato più altre spese… istituzionali, che divise per tutto l’anno fanno qualcosa come due miliardi al mese. Intanto è appena stata approvata la tanto discussa manovra fnanziaria che avrà almeno tagliato un po’ di questi costi, visto che nelle tasche degli italiani i sacrifci si fanno e sono sempre di più… Macchè, è stata tagliata una bazzecola, un centinaio di milioni che tradotti nelle cifre tanto care ai nostri politici vuol dire poco meno del cinque per mille. Spulciamo nelle tasche dei nostri parlamentari. INDENNITÀ: 12.000 euro di base mensile lordo (a cui vanno sommati rimborsi e contributi vari che portano il totale a circa 23.000 euro). RIMBORSI ELETTORALI: foccano milioni per tutti. In Italia i rimborsi sono di 3,5 euro a voto (in Germania i voti valgono 85 centesimi l’uno) e i rimborsi li percepisce anche chi non entra in Parlamento perché qui le soglie di sbarramento sono bassissime, alla Camera basta raggiungere l’1% su base nazionale per avere diritto ai rimborsi. COSTI DI FUNZIONAMENTO: per esistere le due Camere spendono ogni anno 1,7 miliardi di euro.
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