La montagna è la parte più alta della terra e la più vicina a Dio. Lassù si spengono tutte le luci e le sirene del consumismo e del divismo di massa che, amplificati dai social, sono tipici del nostro tempo: l’apparire a discapito dell’essere sarà una strada tutta in salita per una società che continua a correre senza sapere dove va.
Ci osserva dall’alto e ci invita a riflettere sul nostro agire comune, perché la montagna, con le sue vette, ci infonde la fede e il rispetto della natura e del creato di cui facciamo parte, esponendosi in prima persona a tutte le intemperie e difendendo il suo habitat in tutte le forme e i modi che la natura stessa le ha insegnato.
La montagna è dura come la roccia che la compone, ma presenta aspetti di riflessioni spirituali, cristiane e umane come nessun altro può fare, ispirando il silenzio della preghiera; per questo possiamo solo dirle grazie per il suo “eco alla vita” che ci interroga su chi siamo e dove andiamo.
Anche e soprattutto gli alpini, con un forte senso del dovere umano, sono i custodi della montagna perché hanno lasciato la loro impronta per la conquista della democrazia e della libertà di cui oggi godiamo, perché la montagna non è egoista ma ci dà e non ci toglie.
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