LA DECISIONE – L’Europa ha deciso: stop ai campi in sintetico dal 2030. E ora che succede a Comuni e società che hanno speso e acceso mutui per realizzarli?

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Anche i campi in erba sintetica avrebbero le ore contate: secondo quanto stabilito dalla Commissione europea si tratta di superfici dannose per la salute e, proprio per questo motivo, ogni impianto del genere dovrà essere dismesso al massimo entro i prossimi otto anni. Ciò significa, almeno stando a quanto annunciato, che dal 2030 non esisteranno più campi di calcio, calcetto, tennis, hockey, rugby, football americano o golf in erba sintetica, materiale particolarmente diffuso al giorno d’oggi per questioni connesse alla difficoltà di sostenere i costi molto elevati di impianto e, soprattutto, di manutenzione del manto erboso naturale. Quale sarebbe la ragione alla base di una scelta radicale del genere? Secondo la Commissione europea i fili d’erba che formano i terreni di gioco sintetici sarebbero una minaccia per la salute degli sportivi e per quella del pianeta: composti in polietilene o polipropilene, sono accompagnati da una serie di granuli elastici, noti col nome di intaso prestazionale, che hanno la funzione di rendere più morbido e resistente il manto e di perfezionare l’interazione dei tacchetti delle scarpe con la superficie stessa. Per contro questi materiali rilasciano nell’aria un certo quantitativo di microplastiche, ed è a queste che la Commissione europea sta muovendo guerra con l’obiettivo di salvaguardare la salute dei giocatori e tutelare l’ambiente.

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