Fonteno fa da guscio. E mamma Katy lo sente, si copre, respira, va oltre. E raggiunge Isabel. Sua figlia. Sono passati pochi mesi da quando Isabel se ne è andata in cielo ma questo è un periodo particolare per Fonteno e per la famiglia di Isabel. In questi giorni a Fonteno è il periodo delle feste clou di fine agosto, quelle che richiamano ogni anno migliaia di persone da tutta la provincia. E in quelle feste mamma Katy e Isabel lavoravano come volontari. Sono passati pochi mesi da quel maledetto primo maggio ma mamma Katy ad aiutare alle feste c’è ancora, e con lei, nel cuore Isabel, che ci teneva tanto. In mezzo un’estate senza una figlia, la prima estate in 17 anni senza quel sorriso addosso che si apriva come un arcobaleno di speranza: “Isabel rimane qui, dentro me, non se ne va, è il mio cuore”. In testa quei giorni di febbraio, dove i controlli fanno capire che c’è qualcosa che non va: “Eppure Isabel era uscito dal periodo rischioso, erano 4 anni che stava bene, la leucemia sembrava sconfitta, lo dicevano anche i medici, tutto perfetto, poi l’impensabile. Anche i medici erano sconvolti, perché anche loro pensavano che i linfonodi di nuovo ingrossati fossero solo un virus, Isabel stava bene, era andata anche in Francia con la gita scolastica proprio perché tutti i valori erano perfetti”.
Ma qualcosa non va: “Il 13 aprile il ricovero d’urgenza per fare un aspirato midollare, l’unico esame che permetteva di capire bene se la malattia era tornata, e il verdetto fu una mazzata”. Isabel non la prende bene: “Aveva 17 anni, affrontava di nuovo la malattia ma con una maturità diversa rispetto a qualche anno prima quando era una bambina e sapeva che una recidiva era difficile da sopportare sia psicologicamente che fisicamente”. Cosa ti diceva? “Che aveva paura, che non voleva morire, che non accettava un’altra volta una sofferenza così”…
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