Il reparto è lì, nel cuore dell’ospedale Bolognini di Seriate dove in silenzio, da anni, da un tempo che sembra infinito, perché quando si lavora col cuore non esistono ore, esiste il reparto di Neonatologia e terapia intensiva neonatale, dove ogni giorno nascono e vengono curati bimbi nati prima del termine naturale del parto. Una lotta quotidiana fatta di sorrisi e lacrime, di professionalità e impegno, di passione e amore. Soprattutto amore. Quell’amore che ora ha il volto e il sorriso di Noè, Morris, Samuele e di quei bimbi che sorridono felici su queste pagine con in mano le loro foto da prematuri. Noè sorride felice, due anni e 4 mesi, lui, nato alla 28esima settimana, il 3 luglio anziché il 25 settembre, ‘960 grammi di puro splendore’ come ama ricordare mamma Fabiola “Uno scricciolo di uomo con la grinta di un leone. Un neonato su dieci nasce prematuro, io non lo sapevo”, 112 giorni di reparto neonatale, 112 giorni che hanno preso la forma di parole e quelle parole sono diventate anche un libro ‘L’arca di Noè’ che è in vendita ad offerta libera per aiutare il reparto di Seriate e quindi tutti i bimbi che in quel reparto cercano e trovano vita: “Cosa è rimasto di quei 112 giorni? – racconta Fabiola – piccole cicatrici sulle mani, sui piedini e nel collo di Noè. Una cicatrice un po’ più profonda nel mio cuore. Ogni volta che noto questi piccoli segni sul corpino di Noè, la mente vola a quelle ore passate in reparto, seduta vicino alla sua ‘arca’, a guardarlo per ore, a non poterlo toccare, a pensare tante cose da poter fare una volta usciti di là”. Dal dolore si esce diversi, si esce più forti: “Se non fosse per queste piccole cicatrici non mi verrebbero nemmeno in più in mente i mesi di TIN, non ho rimosso nulla, ma semplicemente è passato. Ho provato molto tristezza, ho avuto giorni di sconforto, e il senso di impotenza era grande. Ma adesso guardo Noè e vedo solo un bimbo speciale, il mio bimbo”.
Un problema fisico per Fabiola, pressione alta, gonfiore, Fabiola che va dalla ginecologa, si mette a dieta, rientra nella norma, ha l’ok per una settimana di vacanza, parte per Kos, in Grecia. “Sono tornata il 1luglio, ho compiuto 30 anni, il 2 sono stata ricoverata d’urgenza in ospedale e il 3 è arrivato Noè, taglio cesareo per farlo nascere e non farci morire”. Terapia Intensiva Neonatale, TIN: “Un acronimo delicato proprio come il mondo che racchiude. Limbo. Terra di Mezzo. Wonderland dove tutto è possibile, dove tutto è il contrario di tutto. TIN. Un suono impercettibile, un tintinnio, un chiama angeli, un richiamo alla vita. Vivere la TIN non è una cosa semplice. Per tre mesi e mezzo la TIN è stata la nostra seconda casa. I ritmi delle nostre giornate venivano scanditi dagli orari della TIN”….
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