LA STORIA – COSTA VOLPINO “Io, bimbo con un papà malato di Aids, quelle notti in ospedale, lui devastato, io e il dolore

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Patrick Rinaldi arriva in redazione con un suo amico, un ragazzo della zona, mattina di fine novembre, fuori piove, cielo gonfio, una giornata dove ci si stropiccia l’anima dentro caffè caldi o quattro chiacchiere al bar. Ma quella dell’amico di Patrick è una storia dove non occorrono caffè per stare svegli, ci pensa il cuore a buttarti giù dal letto e a mostrarti una realtà diversa, fatta d’amore e di sofferenza, di paura e speranza. Il 1 dicembre è la giornata mondiale per la lotta all’Aids, e Patrick Rinaldi, sempre in prima fila sul fronte nuove idee nel sociale ha organizzato qualcosa che lascia il segno ma in quel segno abbiamo chiesto se poteva portarci anche una storia. Eccoli qui. “Il primo ricordo che ho dell’Aids – racconta l’amico di Patrick che chiede l’anonimato – è di quando avevo 11 anni, ero in ospedale per l’appendicite, era il mio primo intervento chirurgico, ero preoccupato, avevo paura delle punture, dei flebo, ero poco più di un bimbo, in stanza con me c’erano due ragazzi, uno di questi aveva 28 anni e si chiamava Paolo, era un ospite della Comunità di Bessimo di don Redento. Quando i miei genitori non potevano venire a trovarmi i due ragazzi mi facevano compagnia e si prendevano cura di me, era la metà degli anni ’80, e notai che Paolo veniva trattato in modo diverso, quando arrivavano i medici mettevano i guanti e usavano alcune attenzioni che non avevano con gli altri. L’alto ragazzo mi disse che Paolo aveva una malattia che si chiamava Aids. Rimasi in contatto con lui tramite un amico che poi è entrato in seminario ed è diventato prete, due anni dopo Paolo è morto”. L’Aids irrompe nella vita di R….

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