LA STORIA – Da Gandino ai campi di lavoro tedeschi: la storia degli internati militari

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60 militari e civili già decorati con il riconoscimento della medaglia d’onore. Altre storie di ricostruire, altri nomi da onorare. Anche dal Comune di Gandino molte persone partirono per l’internamento nei campi di lavoro tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre.

Le storie di alcuni di loro sono state ricostruite grazie al lavoro del Comune di Gandino e dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari. Altre sono in attesa di essere portate nuovamente alla conoscenza di tutti.

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Giuseppe Canali, nato a Gandino il 30 giugno 1921, figlio Giuseppe e Angela Spampatti, sarto. Fante del 77° Reggimento Fanteria “Lupi d Toscana”, è chiamato alle armi nel gennaio 1942 e dall’aprile successivo partecipa alla campagna di guerra contro la Francia. Il 13 settembre 1943 è fatto prigioniero dai tedeschi in Francia e deportato in Germania. Viene internato prima nello Stammlager VI J Fichtenhain, nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia e successivamente spostato nello Stammlager VI C Bathorn/Meppel, nella regione della Bassa Sassonia in Germania. Liberato dalle forze alleate Canadesi, rientra in Italia il 28 agosto 1945. Autorizzato a fregiarsi del distintivo “d’Onore Volontari della Libertà”.

 

Antonio Nodari, nato a Gandino il 20 novembre 1920, figlio Giuseppe e Chiesa Carnazzi, operaio. Fante del 7° Reggimento Fanteria “Cuneo”, è chiamato alle armi nell’ottobre 1942 e destinato prima la 10° Reggimento Fanteria “Regina” e in seguito al 9° Reggimento Fanteria “Regina”. Nel dicembre 1942 è presente sull’isola di Rodi, dove l’8 settembre 1943 è fatto prigioniero dai tedeschi e internato sull’isola. Dal 29 gennaio 1944 è ritenuto disperso sull’isola di Rodi…

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