L’attore inglese Jamie Bell fu protagonista di un film inglese che interpretò un ragazzino di 11 anni, il suo sogno era quello di diventare un ballerino classico. La pellicola titolata Billy Elliot ebbe un successo planetario. Per molti la professione di danzatore è associata alla figura femminile, perché rappresenta la manifestazione graziosa di intrattenimento della donna verso un pubblico attento alle sue performance. Ma la concezione di intrattenimento teatrale è falsamente riposta nella libertà delle donne di esprimere le arti conquistata da poco più un secolo. Sin dall’antichità e fino alla fine del periodo vittoriano alla donna era preclusa l’attività teatrale e le rappresentazioni teatrali che avevano per protagonista la figura femminile erano interpretate da uomini mascherati in atteggiamento femminile come se fossero state delle moderne drag queen. L’arte drammatica e coreografica era un arte prettamente maschile. L’intervista che Araberara ha realizzato vede protagonista un giovane insegnante di danza di Firenze che ha calcato importanti teatri in Italia e in Inghilterra che grazie alla sua forza di volontà ha raggiunto importanti traguardi nella sua vita professionale come ballerino ed insegnate. Il suo nome è Dario Brevi e la sua adolescenza l’ha vissuto tra Trescore e Zandobbio. “Sono nato a Trescore Balneario il 21 febbraio 1983 – racconta Dario – ma papà è mancato quando avevo 4 anni e dopo poco mia mamma ha iniziato a non star bene. Aveva bisogno di aiuto e quindi mi sono trasferito con lei a Zandobbio presso la mia nonna materna Carla che è diventata la mia “seconda” mamma quando all’età di 11 anni ho perso la mia vera madre biologica. Sin da quando era bambino mi piaceva danzare ma forse questa mia attitudine era poco compresa in famiglia…
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