Piero Bonicelli e Leonilda Viviani
I Ruffini hanno radici in Val di Non, precisamente a Brez, che al tempo faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico, Comune autonomo fino al 2020, adesso frazione del comune di Novella, a seguito della fusione con i comuni di Cagnò, Cloz, Revò e Romallo. E’ Luigino Ruffini lo storico di famiglia. È stato Simone Ruffini ad aprire il primo negozio a Lovere. I Ruffini erano notai del Principe della Val di Non. Nel nostro casato c’è anche il cardinal Ernesto Ruffini (1888-1967) che fu arcivescovo di Palermo”. A Lovere dunque quel loro antenato ha aperto un negozio “non solo macelleria, come si usava al tempo: erano negozi in cui trovavi un po’ di tutto”. Basta dare un’occhiata dall’attuale Piazzale Marconi e il complesso della grande casa con magazzini che dà sul lago. “Lì si è installato con l’attività di macellazione nonno Lucio”. I ricordi sono sfumati. Adesso a raccontare è un altro Lucio, padre di Francesco che ha preso in mano le redini delle varie società della famiglia Ruffini. Francesco ha preso il nome del nonno, il papà di Lucio, Giovanni, Annamaria e Luigino.
Difficile ricostruire tutta la genealogia “comunque tutti, anche i parenti, avevano un’attività di macellazione e vendita carni”. Lucio, il “patriarca” della nidiata che ha sviluppato la “bottega” fino all’attuale condizione di “industria” riparte da capo: “Di mio nonno Lucio, da cui ho preso il nome, ricordo poco, mentre ricordo bene mia nonna Anastasia. Mia mamma si chiamava Felicina Cadei. Io ho cominciato a lavorare già a tredici anni, dopo l’avviamento. Avevamo il macello a Costa Volpino e i frigoriferi qui a Lovere. Stavo nel macello ma anche in negozio e andavamo ai mercati del bestiame, perché era cominciata anche l’attività dell’ingrosso. Rifornivamo alcune macellerie di paesi come Schilpario, Dezzo, Darfo, Clusone…”.
Lucio si fa le ossa, gira per le valli e si sposa con una scalvina, la figlia di Giuseppe Piantoni, fratello di Severo (imprenditore) e Bortolo Piantoni (già sindaco di Vilminore). “L’ho conosciuta qui, perché il papà aveva una cava di sabbia al Piano di Costa Volpino…”.
Il figlio Francesco commenta: “Per questo io sono per metà scalvino… Comunque, morto mio nonno, la società è stata gestita da papà Lucio e zio Luigino. Inizialmente la società si chiamava ‘Ruffini Lucio’, rinominata poi come è ancora adesso ‘Ruf Carni’ e passando da Sas a Spa. Luigino si è poi anche dedicato alla sua attività di commercialista ed io, dopo il liceo scientifico e aver fatto l’alpino, ho cominciato a lavorare in azienda. Siamo cresciuti, avevamo bisogno di spazi, perché qui eravamo un po’ sacrificati e con diverse difficoltà soprattutto nei trasporti e allora abbiamo pensato a spostarci…”.
Riprende Lucio: “Con mio papà ero già abituato a frequentare i mercati del bestiame a Rovato, Parma, Cremona, Reggio Emilia dove si commerciavano mucche, vitelli, vitelloni e si macellava anche. Quando mio figlio Francesco tornò da militare mia moglie gli chiese “cosa vuoi fare?” Lui disse di voler restare in azienda a lavorare. E così inizialmente partì per l’Austria per acquistare la carne”.
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