La storia – l’altra festa della mamma Carla, due incidenti in moto, due figli in cielo: “Si resta mamme per sempre. da Costa Volpino a Tenerife con i miei figli nel cuore, non ce la facevo più a casa, silenzi come tuoni, uragani, bombe atomiche. qui li se

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Carla Ferrari arriva da Lovere, ha vissuto a Costa Volpino e ora se ne sta da un po’ di tempo a Tenerife. Con lei c’erano anche William e Christian, c’erano e ci sono ancora, a Tenerife, adesso hanno la forma e la sostanza del vento che diventa respiro e ossigeno per Carla e Verginio, che si chiama proprio così:

Perché è nato il giorno della Madonna di Lourdes, l’11 febbraio”. William e Christian sono i due figli di Carla e Verginio Fedriga e adesso abitano in cielo, incidente in moto, in anni diversi, su moto diverse. In questi giorni si festeggia la festa della mamma e Carla racconta il suo modo di essere mamma, anche adesso, che mamma lo si resta per sempre. I figli se ne vanno, a volte anche in cielo, ma restano figli. Carla, 62 anni quest’anno, ci mette il cuore e l’anima e racconta: “Mi sono sposata nel 1973, io sono di Lovere, Verginio è di Piamborno, abbiamo abitato per 8 anni a Pianico e poi siamo andati a vivere a Costa Volpino, in Via Nazionale, vicino al Comune”. Nel 1974 nasce Tania, la prima figlia. “Nel 1977 arriva William e nel 1984 l’inatteso Christian. E la nostra vita procede tra alti e bassi, io ho fatto la casalinga, l’operaia e per qualche anno l’impiegata mentre mio marito ha sempre fatto la guardia giurata alla Dalmine a Costa Volpino. Prima che nascesse Christian ci siamo trasferiti a Costa Volpino in un appartamento più grande”. Tania si iscrive al liceo artistico e poi all’accademia di Belle Arti a Brera a Milano. William alla scuola alberghiera di Ponte di Legno mentre Christian sceglie la scuola per geometri a Darfo Boario Terme. “William aveva sedici anni e mezzo, i diciassette li avrebbe compiuti a ottobre, gli avevamo comperato uno scooter, un cinquantino, quel giorno era il 28 marzo del 1994, lui lavorava a Lovere, alla pasticceria La Loverina, era lunedì ed era la sua giornata libera. Otto e mezza di sera, mi dice che va a fare un giro. Un’ora dopo ricevo una telefonata, mi dicono che c’è stato un incidente, è caduto in moto. Tania era a Milano, Christian aveva 9 anni, l’ho portato da un’amica e sono corsa all’ospedale di Lovere. Mio marito faceva il turno dalle due alle dieci di sera, è arrivato direttamente in ospedale. Al telefono mi dissero di portare con me il pigiama e gli indumenti di William, quindi non pensavo fosse un incidente grave. Arrivo e nessuno mi dice niente. Aspetto fuori per un’ora e mezza. Il sesto senso di una mamma mi fa capire che c’è qualcosa di grave. Esce un infermiere con un bicchierino, me lo porge e mi dice di bere che ci sono dentro alcune gocce, lo guardo ‘perché?’ ‘le prenda che è meglio’. Non se ne parla neanche. Mi guardano e mi dicono ‘se avesse avuto il casco…’. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Capisco tutto. Un urlo mi si strozza in gola. Entro. Vedo mio figlio sul lettino, mi dicono di non toccarlo. Aveva il volto completamente bendato, tutto, con due cannette che uscivano dal naso. Non aveva nulla di rotto, la testa sì….

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 8 MAGGIO 2015

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